L’imprenditore Luca Parnasi e il presidente dell’Assemblea capitolina, Marcello De Vito, saranno insieme sul banco degli imputati, il primo con l’accusa di associazione a delinquere, il secondo con quella di corruzione, come riporta Il Messaggero.
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Stadio, processo unico per De Vito e Parnasi
L'imprenditore romano con l’accusa di associazione a delinquere, il secondo con quella di corruzione
Perché oggi, come disposto dal presidente del Tribunale, durante l’udienza del processo a carico del politico, salvo colpi di scena, verrà disposta l’unificazione del procedimento con quello sull’affaire “Tor di Valle”: il giro di favori e tangenti legato alla realizzazione del Nuovo stadio della Roma a Tor di Valle.
Parnasi è già a giudizio insieme ai suoi collaboratori e alla schiera di politici e funzionari comunali che, per l’accusa, avrebbe tenuto per mesi a libro paga. Gli imputati sono 12 in tutto, compresi l’ex vicepresidente del Consiglio della Regione Lazio, Adriano Palozzi (Forza Italia), l’ex assessore regionale Michele Civita (Pd). Alla sbarra c’è anche l’ex superconsulente della sindaca Virginia Raggi, l’avvocato Luca Lanzalone, incaricato di seguire il dossier sull’impianto sportivo e che, per l’accusa, avrebbe favorito l’imprenditore in cambio di incarichi per il suo studio.
Nonostante lo scandalo, De Vito non si è mai dimesso: sia dal carcere che dai domiciliari è rimasto in carica come presidente dell’Assemblea. In agosto la Cassazione ha bocciato il suo arresto definendolo legato a «un automatico pregiudizio» e ha bollato le accuse come «congetture ed enunciati contraddittori». La procura ha poi chiesto il giudizio immediato e lui è finito sul banco degli imputati.
Poi, è tornato libero e in novembre ha ripreso il suo posto in Campidoglio. Dopo l’arresto è stato deferito ai probiviri pentastellati, ma è comunque riuscito a ritornare sullo scranno dell’aula Giulio Cesare e ha sempre dichiarato di essere innocente. Nel frattempo, però, il Campidoglio si è costituito parte civile nei suoi confronti.
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