Precarietà. In campionato, in Coppa Italia, nei derby, in Europa League. Nei giocatori chiave, nel gm Pinto che ha già salutato la compagnia e rimane per onor di firma, incensandosi nelle interviste che rilascia all’estero. Nel tecnico che da quando ha capito che il rinnovo del contratto è appeso ad un filo, forte del sostegno popolare, ha iniziato a lanciare segnali pubblici alla proprietà. In parte della squadra, consapevole che l’avventura a Roma è agli sgoccioli con metà rosa che ha le valigie pronte. Per ultimo, ma non meno importante, nella proprietà. Non a livello economico, ma a livello di progettualità sportiva. Oggi è il 12 gennaio e, aspettando segnali da Charles Gould - uomo di fiducia di molte aziende per la ricerca dei manager - non si conoscono né il tecnico tantomeno il general manager o ds, al quale sarà affidato il nuovo progetto. Come spiega Stefano Carina su 'Il Messaggero', questo perché, dal secondo dipenderà il primo, Mourinhoo non Mourinho.
Il Messaggero
Nodo Mou: per la Roma è l’anno zero
Pinto, al netto dei giudizi sul suo operato, non ha mai inciso: ergo servirà un dirigente che possa eventualmente supplire alla partenza di José. Per questo motivo, il profilo di un manager che conosca già il calcio italiano, rimane sul tavolo. I Friedkin, nonostante il silenzio che li contraddistingue, continuano comunque ad esser dati molto presenti. A inizio dicembre era stato febbraio, il mese indicato per sciogliere le riserve su Mourinho, febbraio resta tale. La sensazione che ci si trovi all’alba di un anno zero, con taglio drastico al monte ingaggi, nuovo allenatore, progetto sportivo rivoluzionato e stop alla collezione delle figurine che non garantiscono integrità fisica, anche con partenze a sorpresa, è sempre più forte. Anche dentro Trigoria.
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