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Il Messaggero

No Abraham, no party

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Alla Roma in crisi d’identità – dopo il doppio ko di Udine e Razgrad – serve ritrovare il vero Tammy

Redazione

Servono i suoi scatti, la sua gioia di giocare a calcio, accompagnata da quella serenità espressa da sorrisi e smorfie che contagia compagni di squadra e tifosi. O forse, senza volerci girare troppo intorno e limitandosi al prosaico, i suoi gol, scrive Stefano Carina su Il Messaggero.

Mettetela come preferite: alla Roma in crisi d’identità – dopo il doppio ko di Udine e Razgrad – serve ritrovare il vero Abraham.

Quello dei 27 gol stagionali al primo anno in Italia ma soprattutto quello al quale erano bastati appena 90 minuti al debutto contro la Fiorentina, per far dimenticare un certo Dzeko, ex capitano e terzo marcatore del club dopo Totti e Pruzzo con 119 reti in 260 partite giallorosse. Chissà se Tammy avrà tempo e forza di insidiare il podio del gotha romanista per eccellenza. Ciò che più conta oggi è il presente. E il presente si chiama Empoli.

La Roma deve scrollarsi di dosso il grigiore che l’ha accompagnata in questa settimana. E chi meglio dell’imprevedibile Tammy può tornare a colorare i sogni dei tifosi romanisti? Lo scorso anno al gigante di Camberwell bastarono 9 minuti (dal 24′ al 33′) al Castellani per regalarsi la quarta doppietta stagionale (alla fine sono state 6). Ora ci riprova.

Giovedì la Roma l’ha vista in tv, per un trauma contusivo alla spalla riportato nel match alla Dacia Arena che ha consigliato Mourinho di risparmiargli il viaggio in Bulgaria Ieri è tornato ad allenarsi insieme ai compagni, candidandosi per domani ad una maglia da titolare. Lo ‘zio’ Mou ci conta.