La notte che ha cambiato il mercato della Roma, nella percezione dei tifosi e nella sostanza della squadra, è andata in scena tra domenica e le prime ore di lunedì, scrive Stefano Carina su Il Messaggero.
Il Messaggero
Inno alla Joya
Perché Dybala in giallorosso è stato un lavoro di squadra. Si è giocato su tre tavoli: Torino, protagonista il gm Pinto, Albufeira, con Mourinho e il segretario Lombardo costantemente incollati al telefono e Roma, dove Dan e Ryan Friedkin attendevano notizie.
Un weekend di fuoco iniziato leggermente in anticipo, quando De Vecchi, venerdì ha capito che era il momento di sbloccare l’impasse nel quale era caduto il calciatore, in attesa che l’Inter cedesse Sanchez e Dzeko ma incapace di guardarsi attorno. Nel momento in cui sono state ridotte le richieste economiche, Pinto ha deciso di sedersi al tavolo e giocare la sua partita.
Nel frattempo Mourinho tornava a lavorare ai fianchi l’argentino contattandolo nella giornata di sabato, sfoderando quell’arte persuasiva che lo ha reso celebre, vincente e Special negli ultimi 20 anni. Ma vista la portata dell’operazione, la sorpresa è arrivata dalla proprietà statunitense. Silente e discreta ma capace di spiazzare lo stesso Dybala, chiamandolo per il sì decisivo.
Domenica sera all’appuntamento con Pinto in un noto ristorante di Torino c’erano l’agente Antun e Novel che hanno accettato l'offerta della Roma. Il club pagherà 4 milioni che saranno elargiti con una forma di dilazione stile Abraham il nodo sul quale le parti si sono soffermate un po’ più a lungo è stata la clausola rescissoria.
Così nel giro di un anno, oltre a vincere un trofeo europeo, i Friedkin sono riusciti ad ingaggiare un top manager (Mourinho) e un top player (Paulo Dybala).
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