Non parlano. Comprano. Come se fossero stati folgorati sulla via del Maracanã. Prima la Roma per un investimento che in quattro anni ha sfiorato il miliardo, scrive Piero Torri su La Repubblica. Poi il Cannes, a cifre enormemente inferiori per quello che, secondo gli esperti di finanza, è stato più un investimento immobiliare che calcistico. Adesso ci provano con l'Everton, club storico della Premier, l'altra faccia di Liverpool, secondo indiscrezioni con un'offerta da 700 milioni per il 45% del club, cifra che di fatto fissa a un miliardo e mezzo il valore della società. Qualcuno potrebbe dire: ma sarà vero questo interesse della famiglia Friedkin per l'Everton?
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L’affare Everton piace ai Friedkin. Ma che c’entra con i giallorossi?
È vero. Come si sono affrettati, dopo innumerevoli richieste di una risposta, a confermare attraverso i canali confidenziali romanisti, "la proprietà fa sapere che rispondono a verità le voci circa un loro interesse per l'Everton, ma allo stesso tempo ci tengono a ribadire che, oggi, domani e dopodomani, il loro core business calcistico continuerà a essere la Roma". Lasciando da parte per ora le regole Uefa che vietano a due club della stessa proprietà di partecipare alla medesima competizione europea (ma l'Everton è assai lontano da una qualificazione europea) c'è però da domandarsi: i texani con radici californiane, hanno presente che l'Everton ha una dimensione un tantinello diversa rispetto a quella che può avere il Cannes che in Francia gioca in quarta categoria? Noi, per esempio, facciamo fatica a immaginarlo come una succursale della Roma (e viceversa, ovviamente), anche se possiamo comprendere l'idea di mettere in campo sinergie in grado di dare utili in campo e fuori.
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