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La Repubblica

Basta parlare di Mou: è la Roma che non va

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Attribuire pregi o difetti soltanto all’uno o all’altra non porta da nessuna parte. Tutto questo condiziona l’analisi e devia l’attenzione dalla realtà, bella o brutta che sia

Redazione

Si parla troppo di Mourinho. Anzi, si parla (quasi) solo di Mourinho. Dimenticandosi, così, scrive Mimmo Ferretti su La Repubblica, di parlare della Roma. Vince Mourinho, perde Mourinho. La Roma non esiste, esiste solo il portoghese. E questo, fatalmente, condiziona l’analisi e devia l’attenzione dalla realtà, bella o brutta che sia. Non ha mai perso Mou, non ha mai vinto Mou: ha sempre perso o vinto la Roma. Eppure c’è sempre lui, anzi (quasi) solo lui in cima alle chiacchiere che accompagnano da inizio stagione la squadra giallorossa. Attribuire pregi o difetti soltanto all’uno o all’altra non porta da nessuna parte. Non serve a crescere, a migliorare. Rintracciare innocenti là dove non ce ne sono, ad esempio, non aiuta nessuno. Mou ha finora azzeccato e indovinato come fanno tutti gli allenatori al mondo. Ma contro l’Inter (non solo contro l’Inter…) la lezione l’ha presa la Roma, cioè Mou e la squadra. Tutti insieme, nessuno escluso. La Roma sta disputando un campionato mediocre, già sette sconfitte in sedici partite e zona Champions più simile a un miraggio che a un obiettivo reale. Un rendimento simile chiama in causa tutte le componenti della società/squadra, guai dimenticare qualcuno. È vero: da Mou ci si aspettava molto di più, ma negare – per dirne una – l’incompletezza e la scarsa qualità della “rosa” equivarrebbe a rintracciare un unico responsabile. E la Roma si ritroverebbe per l’ennesima volta punto e accapo.