(Il Romanista - V.Meta) - Il sorriso e i modi sono quelli delle occasioni ufficiali, ma quando ripensa al Varese gli brillano ancora gli occhi. È stato un anno intenso per Federico Viviani, dall’esordio in Serie A all’Under 21 passando per una Coppa Italia sollevata all’Olimpico, e non è ancora finito. Anzi.
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Viviani: «Montella? Sarei felice»
(Il Romanista – V.Meta) – Il sorriso e i modi sono quelli delle occasioni ufficiali, ma quando ripensa al Varese gli brillano ancora gli occhi. È stato un anno intenso per Federico Viviani, dall’esordio in Serie A all’Under 21...
«Mi riposerò quando sarà tutto finito, adesso è presto e abbiamo un sacco di cose da fare». Un anno fa si presentava alla sfida con il Varese dopo aver soltanto accarezzato il debutto in prima squadra, oggi potrebbe ritrovare l’allenatore che lo ha fatto passare dal campo della Primavera a quello della Roma dei grandi e dal Torneo di Viareggio alla panchina dell’Olimpico contro il Parma. Se i giallorossi non si fossero fatti rimontare, magari Viviani non avrebbe dovuto aspettare fino al 12 dicembre per esordire in A. «A Montella devo moltissimo - dice Federico -, lui è stato il primo a farmi allenare con la prima squadra e per questo gli sarò per sempre riconoscente. Ho lavorato con lui per qualche mese, non so come andrà a finire e se davvero verrà ad allenare la Roma, queste sono questioni che riguardano solo la società. Però se dovesse tornare Montella, io sarei contento». Per il centrocampista la stagione non è finita con il rompete l’ultimo allenamento di Luis Enrique, anzi si può dire che proprio allora sia entrata nel vivo, visto che è tornato a lavorare con la Primavera, impegnata in un richiamo di preparazione in vista delle finali scudetto.
Il sorteggio ha riservato ai campioni d’Italia la sfida nei quarti con la stessa avversaria della finale di Pistoia e anche se è passato quasi un anno, Viviani ancora si illumina quando ricorda quella notte: «Il Varese ci riporta alla mente belle sensazioni, lo scudetto dello scorso anno è stato bellissimo, anche se sappiamo che quest’anno troveremo una squadra diversa e che sarà un’altra partita». Cambieranno i protagonisti, non Viviani, pronto a indossare nuovamente la fascia di capitano per guidare ancora una Primavera con cui quest’anno ha già disputato due finali: «Loro sono senz’altro una buona squadra e la vittoria sulla Fiorentina ai playoff lo testimonia. Quando abbiamo saputo che giocheremo ancora contro di loro non ci siamo detti niente di particolare, certo è curioso ritrovarli subito ma arrivati a questo punto, pescare un’avversaria piuttosto che un’altra non avrebbe cambiato granché le cose per noi. Andiamo alle fasi finali consapevoli del fatto che tutte le squadre che sono arrivate fin qui sono di alto livello, quindi non avevamo nessun tipo di preferenza. Noi andremo a giocarcela per cercare di bissare il successo della scorso anno». Di certo quello che tra otto otto giorni tornerà a sfidare il Varese sarà un Viviani diverso, con bel altre certezze rispetto al ragazzo che si era appena affacciato in prima squadra. L’avventura di Gubbio sarà il suo passo d’addio con la Primavera e Federico vuole essere perfetto: «Non ho tempo di essere stanco, abbiamo troppo da fare». Il tempo di fare un salto al Museo delle Cere per una foto accanto alla staua del Capitano, e il capitano è già pronto per tornare in campo.
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