rassegna stampa roma

Konsel: «Vorrei lavorare di nuovo con lui»

(Il Romanista – A.F.Ferrari) «Zeman è un allenatore straordinario». Parola di Michael Konsel. Il portiere austriaco, che giocò con la maglia della Roma dal 1997 al 1999, ne è convinto: «Zeman è la scelta giusta».

Redazione

(Il Romanista - A.F.Ferrari) «Zeman è un allenatore straordinario». Parola di Michael Konsel. Il portiere austriaco, che giocò con la maglia della Roma dal 1997 al 1999, ne è convinto: «Zeman è la scelta giusta».

Scelta che lo convince al punto di candidarsi come collaboratore: «Se dovesse tornare a Roma mi piacerebbe davvero tanto lavorare di nuovo con lui, anche perché a Roma sono stato benissimo: sarebbe un onore». Un sogno? Non si sa. (...) La Roma ha come preparatore dei portieri Tancredi, intoccabile, e Guido Nanni, in scadenza di contratto. Konsel, intervistato dal sito asroma24.com, ha poi proseguito: «Quando sono arrivato in Italia, avevo 35 anni ed in Austria ero un giocatore già affermato: avevo vinto tre campionati con il Rapid Vienna e avevo giocato anche in Champions League. Ciò nonostante, Zeman mi ha fatto crescere molto: avendo piedi buoni, ero l’ideale per il suo tipo di gioco, perché spesso ero costretto ad uscire dalla mia area. Mi è piaciuto molto lavorare con lui: gli allenamenti erano molto duri, soprattutto quelli che facevamo in ritiro a Kapfenberg, ma erano perfetti dal punto di vista tattico e fisico».

L’ex portiere giallorosso ha poi parlato della Roma di Luis Enrique anche se «non ho potuto seguirla molto, sono stato due o tre volte allo Stadio Olimpico, ma onestamente non è facile dare un giudizio avendo visto così poche partite. Mi pare che Luis Enrique avesse un’idea di gioco moderna, interessante, ma è mancata la giusta mentalità, e soprattutto i risultati. Una partita andava bene, quella dopo male: così, anche a livello psicologico, non è affatto facile». Konsel si è poi soffermato su Stekelenburg reduce da una buona stagione: «Secondo me il portiere olandese è un portiere di grande qualità, completo. Per il portiere è difficile, specialmente se ci sono dei risultati altalenanti come quelli di questa stagione. Un estremo difensore ha bisogno di maggiore sicurezza, e la costanza nei risultati è fondamentale. Non saprei dire come mai ha avuto problemi, ma possono esserci tanti fattori: la lingua, ad esempio, o la preparazione, anche l’allenatore, difficile dirlo dall’esterno. Ritengo comunque che sia un ottimo portiere».

L’ex giallorosso si è infine soffermato sulla sua esperienza fatta con la maglia della Roma: «E’ stata un’esperienza eccezionale: all’inizio non è stato facile, sono arrivato a 35 anni in un calcio che di fatto non conoscevo, e sappiamo bene che Roma è una piazza difficile, esigente (...). Ma mi sono ambientato in fretta, grazie soprattutto a Zeman e ai tifosi. Giocare con la Curva Sud alle spalle mi esaltava, sentivo di giocare per loro, con il cuore, e credo che i tifosi lo abbiano capito e apprezzato. Era come se giocassi insieme a loro, capito? Senza alcun timore, come un leone: credo che sia questo il motivo del loro affetto, anche a distanza di anni. Quello era un gruppo fantastico, e gran parte dei meriti va a Zeman, perché un bravo allenatore deve saper creare un’atmosfera di squadra».