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Il Corriere della Sera

Costi, stadi, diritti tv, giovani: “Il calcio o cambia o chiude”

Costi, stadi, diritti tv, giovani: “Il calcio o cambia o chiude” - immagine 1
Continua a mancare una visione d'insieme, per fare fronte comune tra le varie componenti del sistema e invertire la rotta

Redazione

Il rosso di bilancio della Juventus da 254 milioni è solo l'ultimo dato choc che testimonia la crisi sempre più profonda nella quale versa il calcio italiano, scrive Carlo Passerini su Il Corriere della Sera.

Troppi stadi inadeguati, ricavi stressati (anche) dalla pandemia, diritti televisivi esteri quasi inesistenti. La situazione è serissima, il pallone nazionale è a un crocevia epocale: prendere la scelta sbagliata — oppure non prenderla del tutto, restando ancora una volta fermi a guardare — stavolta potrebbe essere un errore fatale.

C'è un problema di governance, questo è evidente. Continua a mancare una visione d'insieme, per fare fronte comune tra le varie componenti del sistema e invertire la rotta, come invece altri campionati hanno già fatto da tempo

I dati non mentono. Nel 2020/21 i ricavi della nostra Serie A tolte le plusvalenze, ammontavano a 2,3 miliardi di euro, dati lontanissimi dai 6,5 della sempre più inarrivabile Premier, ma anche inferiore a Liga spagnola (3,7) e ormai anche alla Bundesliga (3,1). Nel 2003 eravamo i migliori, con tre italiane su quattro in finale di Champions League, da lì in poi siamo stati sorpassati da tutti.

Oggi, per dire, solo i francesi ci restano dietro. "Ma tornare grandi non è impossibile, nulla è irreparabile" è la convinzione di Urbano Cairo, presidente di Rcs MediaGroup e del Torino, che però mette in chiaro come per riuscirci serva "cambiare registro". Di problemi e soprattutto di soluzioni s'è parlato ieri al Festival dello Sport, che ha portato gli Stati Generali del calcio sul palco del teatro Sociale di Trento.

Parterre notevole, come ormai da tradizione della kermesse organizzata da Gazzetta con Trentino Marketing: col vicedirettore della rosea Andrea Di Caro a fare da moderatore, oltre a Urbano Cairo c'erano Gabriele Gravina, presidente Figc; Lorenzo Casini, presidente Lega serie A; Francesco Carione, direttore generale della Gazzetta; Stefano Azzi, ceo for Italy Dazn Group; Andrea Duilio, a.d. Sky Italia.

Sul fatto che il cambiamento non sia più rinviabile, tutti d'accordo. "Aumentare i ricavi è l'obiettivo fondamentale, anche se non è facile — ha detto Cairo —. Dobbiamo perciò intervenire sui costi, sugli stipendi. Bisogna andare avanti lavorando sui vivai e sui giovani".