Roma-Sampdoria 1-2, lo Scudetto sfumato

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La stagione 2009-10, per la Roma, è stata caratterizzata dall’addio di Luciano Spalletti. Arrivato nel 2005, dopo le prime idilliache stagioni, nell’estate del 2009 qualcosa si era rotto. Così, dopo solo due giornate di campionato, il...
Redazione

A cura di Laura Novelli

Introduzione

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La stagione 2009-10, per la Roma, è stata caratterizzata dall’addio di Luciano Spalletti. Arrivato nel 2005, dopo le prime idilliache stagioni, nell’estate del 2009 qualcosa si era rotto. Così, dopo solo due giornate di campionato, il tecnico toscano ha rassegnato le dimissioni. E’ successo tutto dopo la partita con la Juventus, seconda di campionato, giocata il 30 settembre del 2009. Spalletti ha deciso di lasciare la panchina giallorossa in corsa e la società ha scelto di sostituirlo con Claudio Ranieri. L’ingaggio del tecnico romano ha risollevato l’ambiente, tanto da portare la squadra addirittura a sfiorare lo scudetto. Il percorso è stato graduale. Andato via Spalletti, i giocatori si sono completamente affidati al nuovo allenatore, che conosceva bene l’ambiente romano e ha saputo spingere sui tasti giusti per far ritrovare la motivazione alla squadra. Il campionato 2009-10 è cominciato il 22 agosto ed è finito il 16 maggio con la vittoria dell’Inter, a cui però la Roma ha dato del filo da torcere fino alla fine, dopo una partenza difficile. Era l’anno della prima edizione dell’Europa League e per cui si erano qualificati proprio i giallorossi, che hanno cominciato il campionato in salita. La squadra di Spalletti aveva perso la prima partita, contro il Genoa in trasferta e sono andati ko anche contro la Juventus, in casa, per 3-1. Sono state queste le due sconfitte che hanno spinto Spalletti a decidere di andare via. Così dalla terza di campionato, dopo la pausa per la nazionale, sulla panchina si è seduto Claudio Ranieri; era il 13 settembre del 2009, giorno di Siena Roma. E proprio in quell’occasione è arrivata la prima vittoria in campionato, 2-1 sul campo dei toscani. E’ stato il primo di una serie di risultati convincenti dei capitolini, (interrotti dalla sconfitta con il Milan), raggiunti anche in campo europeo (fermati solo dal Basilea).

A novembre addirittura hanno raggiunto una serie di 9 risultati positivi consecutivi che hanno permesso alla squadra di Ranieri di entrare in zona Champions. Il girone di ritorno poi ha regalato altre soddisfazioni, con 6 vittorie consecutive che hanno permesso alla Roma di arrivare ad insediare il primo posto della capolista Inter. Da quel momento l’ambiente ha cominciato a rivolgere almeno un pensiero alla possibilità di raggiungere un risultato inatteso, per come era cominciata la giornata. L’entusiasmo in città stava salendo e la squadra, nonostante le dichiarazioni di facciata, ha cominciato puntare in alto. I punti dall’Inter erano 5 e la Roma aveva davanti le partite con Napoli, Milan e Livorno, ma sono arrivati tre pareggi consecutivi inaspettati, soprattutto quello contro i toscani, (era il 14 marzo del 2010). Il 20 marzo poi, contro l’Udinese è arrivata la vittoria che ha restituito entusiasmo all’ambiente. Subito dopo i giallorossi avrebbero incontrato il Bologna e poi ci sarebbe stato lo scontro diretto contro l’Inter, un crocevia importante. Era fondamentale vincere contro i nerazzurri per continuare a sperare. E così, vittoriosi a Bologna (2-0) il 24 marzo, gli uomini di Ranieri hanno ospitato la capolista solo tre giorni dopo, il 27 marzo. Una partita da vincere e la Roma non ha mancato l’appuntamento, battendo i nerazzurri per 2-1.

Quella successiva è stata la giornata del sorpasso in testa, l’Inter, a 66 punti, ha pareggiato con la Fiorentina (arrivando così a 67), mentre la Roma (65), battendo l’Atalanta è salita a 68. C’era un ostacolo più grande poi da superare per poter cominciare a sognare davvero, la Roma era attesa dal derby, in programma il 18 aprile. Vincere la stracittadina era necessario non solo per la supremazia in città, ma per non rischiare di perdere la testa della classifica. Ogni passo falso sarebbe costato troppo. La Roma, contrariamente ad ogni aspettativa, non ha fallito l’ennesimo appuntamento e ha battuto la Lazio per 2-1. A 4 giornate dalla fine si è tenuta la testa alla serie A, il sogno sembrava sempre più vicino. Dopo il derby era il turno della Sampdoria in casa. Una gara che, alla vigilia, era calcolata decisamente più abbordabile delle precedenti due in cui i giallorossi si erano fatti trovare pronti, anche se i blucerchiati avrebbero giocato per tenere la zona Champions, quindi nulla era scontato. Era il 25 aprile e Roma era in fermento, l’Inter il giorno prima aveva già giocato e vinto contro l’Atalanta, la squadra di Ranieri doveva assolutamente prendere i tre punti contro gli ex Delneri e Cassano, per non cedere di nuovo il passo ai nerazzurri che erano sotto solo di un punto, pronti ad approfittare di un eventuale stop della Roma.

Il racconto della partita

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La Roma è arrivata alla sfida con la Sampdoria, dopo 24 risultati utili consecutivi. L’ultima sconfitta risaliva infatti al 28 ottobre del 2009 ed era un crocevia importante quello da giocarsi proprio contro i blucerchiati che erano alla ricerca della qualificazione alla zona Champions, inseguiti dal Palermo. La partita è cominciata, lo stadio Olimpico era quello delle grandi occasioni, con un sogno in testa ma anche tanta tensione ed emozione. La Roma aveva azzeccato due partite fondamentali, lo scontro diretto e il derby; quella contro la Samp sembrava davvero l’ostacolo più semplice da superare. E i giallorossi sono partiti decisamente bene, giocando un ottimo primo tempo, facendo completamente sparire la squadra di Delneri mai apparsa in partita. Nei primi minuti, la squadra di Ranieri, ha trovato più volte la via della porta. Al 12° minuto erano stati già 4 i tiri nello specchio difeso da Storari. E al 14° è arrivato il gol del vantaggio della Roma, con Totti. Scambio veloce tra Vucinic e il capitano che ha colpito al volo ed ha mandato la palla in rete. L’Olimpico è andato in delirio, l’unico risultato a disposizione per continuare a guardare nella direzione giusta era la vittoria, visto che anche l’Inter aveva già vinto nell’anticipo della stessa giornata di campionato. La Roma, nel primo tempo, era stata pressoché perfetta, la partita sembrava a senso unico. Vucinic sulla sinistra era lasciato libero di agire e Menez era incontenibile per la difesa blucerchiata. Era in gran forma tutta la squadra, a cominciare da Totti che serviva palloni ovunque, fino alla difesa, con Burdisso in grande spolvero (come lo era stato praticamente per tutto il campionato). L’unico errore era stato quello di segnare un solo gol, un errore che poi si è rivelato decisivo, in negativo, per la Roma.

Molte occasioni, una rete sola. Le squadre sono andate al riposo sull’1-0. Nella ripresa la Samp è rientrata con due cambi, che si sono poi rivelati decisivi. Delneri ha cambiato Poli con Tissone e fatto entrare Mannini al posto di Guberti. E anche Cassano, in campo dal primo minuto e ricoperto di fischi ogni volta che si avvicinava alla palla, si è svegliato nella ripresa. Così, al 52° ha tirato fuori dal cilindro uno dei suoi cross di sinistro che è andato direttamente sulla testa di Pazzini che ha segnato la rete dell’1-1 spegnendo i sogni dell’Olimpico che, in un attimo, si è ammutolito. Era tutto da rifare e la Roma sembrava bloccata, terrorizzata di aver perso l’occasione e incapace di riprendersi dal brutto colpo. Ranieri ha mandato in campo Toni al posto di Perrotta, ma dopo l’1-1 è stata la Samp a creare più problemi alla Roma, soprattutto con un tiro di Cassano parato da Julio Sergio. Poi è arrivato il 2-1 di Toni, annullato per fuorigioco. All’87° Pazzini ha gelato tutti segnando la rete del 2-1 per la Samp. I calciatori della Roma hanno accusato il colpo, Mexes, in panchina, è scoppiato a piangere, davanti a lui Cassetti con lo sguardo perso nel vuoto. Era arrivata la fine di un sogno. Al fischio finale Cassano è andato a consolare Totti al centro del campo, Burdisso si è coperto il volto coperto con la maglia, Toni si è piegato sulle ginocchia. A giudicare dalla reazione dei calciatori, tutto ormai era stato interrotto anche se ai giallorossi mancavano ancora tre partite semplici per finire il campionato. L’Inter – che la settimana successiva avrebbe giocato all’Olimpico contro la Lazio - era tornata in testa e ormai la Roma non aveva più il controllo della situazione, si trovava a dover rincorrere sperando in un passo falso dei nerazzurri che alla fine non hanno perso nessun punto. La Roma ha vinto le tre partite rimanenti e ha chiuso a 80 punti, due sotto l’Inter campione d’Italia con 82 punti.

Il tabellino

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Roma 1-2 Sampdoria, Roma stadio Olimpico (56.379 spettatori)

AS Roma: Bertagnoli, Cassetti (74' Taddei), Bur­disso, Juan, Riise, Pizarro, De Rossi, Menez, Per­rotta (65' Toni), Vucinic, Totti.

A disposizione: Lobont, Mexes, Tonetto, Brighi, Baptista.

All.: Ranieri

Uc Sampdoria: Storari, Zauri, Lucchini, Gastaldello, Ziegler, Semioli, Palombo, Poli (46' Tissone), Guberti (46' Mannini), Cas­sano (80' Testardi ) Paz­zini 7,5

A disposizione: Guardalben, Padalino, Cacciatore, Rossi

All.: Delneri

Arbitro: Damato

Marcatori: 14° Totti, 52°, 86° Pazzini.

Le dichiarazioni

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Oltre alla grande delusione per come è andata la partita con la Sampdoria, che di fatto ha tolto lo scudetto dalle mani della Roma, i giallorossi a fine partita erano affranti ma anche arrabbiati per l’arbitraggio di Damato. Secondo Ranieri e i suoi, infatti, l’arbitro avrebbe graziato in diverse occasioni i difensori della Samp, risparmiando troppo i cartellini gialli e soprattutto non avrebbe visto due rigori per i padroni di casa. La presidente della Roma, Rosella Sensi, ha definito l’arbitro: “Inadeguato, accetto le sconfitte, ma in questo modo è dura. Che delusione. L’arbitro non era all’altezza e ha pagato la Roma”. C’era tutta la delusione per aver perso un’occasione d’oro di - quanto meno – giocarsi il titolo con l’Inter fino alla fine, non solo per demeriti di una Roma che non ha saputo chiudere la gara con la Samp. “Servono persone preparate e professionali per certe partite, tanti episodi mi hanno lasciato perplessa – ha ribadito la Sensi – ai giocatori e ai tifosi dico di non arrendersi, nei momenti difficili bisogna trovare la tenacia di sempre”. Anche Ranieri ha criticato molto la direzione di gara. “Collina ci dica se è filato tutto liscio. La mia valutazione su Damato non conta, ora chiedo ai ragazzi di reagire e centrare tre vittorie nelle partite che mancano. Dimentichiamo subito questa sconfitta, voglio nove punti e poi tireremo le somme. Non ci resta che sperare che l’Inter pareggi una partita, dobbiamo trovare la forza di rialzarci, non smetteremo di lottare”. Daniele De Rossi è uscito dagli spogliatoi più deluso che mai anche se non ha perso le speranze. “E’ tutto finito? Se la Lazio contro l’Inter gioca…le qualità ce le hanno. L’arbitro? Non mi sento di condannarlo, anche se non è stata la designazione ottimale, non cerchiamo alibi ma qualcuno aspettava di vederci piangere, ma non meritavamo di perdere”.

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