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La Corte Europea dà ragione alla Superlega, l’Uefa: “Ma non è un avallo al torneo”

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Oggi è arrivata la sentenza che tiene in vita il progetto di Juve, Real e Barcellona: "Le norme di Fifa e Uefa sull’autorizzazione preventiva delle competizioni calcistiche interclub violano il diritto dell’Unione". La risposta di Ceferin e...
Redazione

Vince la Superlega. Oggi la Corte di giustizia dell'Unione Europea si è espressa sul caso relativo alla disputa con la nuova competizione creata dai top club europei come alternativa alla Champions League e gli altri tornei continentali. In sostanza, Fifa e Uefanon possono vietare la creazione di nuove competizioni, imporne lo scioglimento o sanzionare i club che vi partecipano, altrimenti si tratterebbe di abuso di posizione dominante. Nella sentenza si legge: "Fifa e Uefa non possono imporre sanzioni ai club che partecipano a competizioni alternative. Le norme della Fifa e della Uefa sull’autorizzazione preventiva delle competizioni calcistiche interclub, come la SuperLega, violano il diritto dell’Unione". Un assist a sorpresa a club come Juventus, Barcellona e Real Madrid che sono le creatrici storiche di questo nuovo torneo e che quindi potrebbero presto tornare a organizzarsi per dare vita a questo progetto che sarebbe in pratica alternativo alla Champions League.

Pochi minuti più tardi è arrivato anche il commento dell'Uefa attraverso una nota ufficiale: "La UEFA prende atto della sentenza emessa oggi dalla Corte di giustizia europea sul caso della Superlega europea. Questa sentenza non significa un avallo o una convalida della cosiddetta “superlega”; sottolinea piuttosto una lacuna preesistente nel quadro della pre-autorizzazione della UEFA, un aspetto tecnico che è già stato riconosciuto e affrontato nel giugno 2022. La UEFA confida nella solidità delle sue nuove regole, e in particolare nel rispetto di tutte le leggi europee pertinenti e regolamenti. La UEFA rimane risoluta nel suo impegno a sostenere la piramide del calcio europeo, garantendo che continui a servire gli interessi più ampi della società. Continueremo a modellare il modello sportivo europeo collettivamente con le federazioni nazionali, le leghe, i club, i tifosi, i giocatori, gli allenatori, le istituzioni dell’UE, i governi e i partner. Confidiamo che la piramide calcistica europea basata sulla solidarietà, che i tifosi e tutte le parti interessate hanno dichiarato come il loro modello insostituibile, sarà salvaguardata dalla minaccia di segregazioni da parte delle leggi europee e nazionali". Lo stesso Ceferin, ha così risposto sulla situazione: "La cosa più importante è che il calcio rimane unito, lo dimostra il fatto che qui sono presenti tutti i principali rappresentanti del calcio europeo. Squadre come Girona e Atalanta non si potrebbe qualificare in questo campionato. Questo format è più chiuso di quello del 2021. Parlare di competizione aperta è sbagliatoOra è chiaro che quello ci viene offerto è una competizione chiusa. Oggi ne abbiamo avuto la conferma. "Non abbiamo mai provato a fermare il progetto. Possono fare quello che vogliono, spero che inizino il prima possibile con due club. Spero che loro sappiano ciò che stanno facendo, ma non ne sono sicuro. Il calcio non è in vendita".

Poi le parole del presidente del Real Madrid Florentino Perez in un video sui canali social del club: "Accogliamo con enorme soddisfazione la sentenza della CGUE. Nei prossimi giorni studieremo attentamente la portata di questa decisione, di grande portata storica. Il calcio europeo non sarà mai un monopolio, e da oggi i club saranno padroni del proprio destino. Ci riteniamo capaci di promuovere le competizioni che consideriamo. L’Europa delle libertà ha trionfato. Diritto, ragione e libertà prevalgono. Settanta anni fa abbiamo fatto un passo da gigante per il calcio con la creazione della Coppa dei Campioni e ora abbiamo il dovere di dare la spinta di cui il calcio ha bisogno. Sarà aperta a tutti, imporrà lo sport di merito e il rispetto del fair play finanziario. Soprattutto tutelerà i giocatori ed entusiasmerà i tifosi di tutto il mondo. Nessuno ha detto che porre fine a un monopolio sarebbe facile. Abbiamo l’opportunità di realizzare una governance trasparente, che conviva con le nuove tecnologie. Siamo all’inizio di una nuova era, potremo lavorare liberamente e senza minacce, con l’obiettivo di innovare e migliorare il calcio. Da oggi il presente e il futuro sono finalmente nelle mani dei club e dei tifosi. Il nostro destino appartiene a noi e abbiamo davanti a noi una grande responsabilità. Segnerà un prima e un dopo, è un grande giorno per la storia del calcio".

Puntuale è arrivato anche il comunicato da parte dell'European Club Association (ECA): "Per essere assolutamente chiari, la sentenza non sostiene o avalla in alcun modo alcuna forma di progetto di Superlega. Da quando è stata intentata la causa due anni fa, sono già state messe in atto importanti riforme progressiste di governance nell'ecosistema del calcio in Europa e nel mondo, comprese le nuove regole UEFA per la pre-autorizzazione delle competizioni; e in particolare, le riforme previste dal memorandum d'intesa e dalla joint venture dell'ECA con la UEFA e la FIFA (firmato a settembre e marzo di quest'anno). Attraverso l’ECA, i club oggi sono già al centro del processo decisionale in relazione alle competizioni a cui partecipano. In breve, il mondo del calcio è passato dalla Super League anni fa e le riforme progressiste continueranno.

Ancora più importante, il calcio è un contratto sociale e non un contratto legale: tutti i soggetti interessati riconosciuti del calcio europeo e mondiale - che comprendono confederazioni, federazioni, club, leghe, giocatori e tifosi - sono più uniti che mai contro i tentativi di pochi individui di perseguire obiettivi personali programmi volti a minare le basi stesse e i principi fondamentali del calcio europeo. L’ECA continuerà a lavorare con la UEFA, la FIFA e tutte le parti interessate riconosciute del calcio per sviluppare il gioco in modo positivo e progressivo, fondato sui principi di meritocrazia sportiva, inclusività, competizione aperta e solidarietà genuina. Questi principi sono al centro dell’ECA e del modello sportivo europeo, dal quale tutti i livelli della piramide traggono beneficio e prosperano".

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