Da oggetto del mistero alla Nazionale. La parabola di Zaniolo vira in fretta, così come la sua vita, che in tre anni lo ha visto passare da scartato con la Fiorentina, a stella della Primavera dell'Inter, a speranza in prima squadra con la Roma. A Sky Sport ne ha parlato il suo allenatore ai tempi della Viola Cristiano Masitto. Le sue parole: "Quando conobbi Nicolò era ancora ‘giovane di testa’. A quei tempi gli mancava la cultura del lavoro calcistico. Aveva un atteggiamento un po’ superficiale in allenamento, quasi di sfida. Durante le prime cinque partite di campionato non lo feci giocare nemmeno un minuto. Vedevo che era davvero forte ma si doveva guadagnare tutto sul campo. Quando ha iniziato a giocare, non ha più smesso. Fino a diventare addirittura vicecapitano. Da talento che quando perdeva palla magari si fermava, si trasformò nel primo a rincorrere gli avversari”.
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Zaniolo, il racconto di Masitto: “Ha una fame e una rabbia che ho visto in pochi”
Parla il tecnico che lo ha avuto alla Fiorentina: "Da talento che quando perdeva palla magari si fermava, si trasformò nel primo a rincorrere gli avversari”.
Masitto e Zaniolo ancora si tengono in contatto e l'allenatore lo ricorda e ne parla come fosse un figlio: “Col viso da bambino riusciva a fregare chiunque. Ci sentiamo ancora spesso e ogni volta mi tocca minacciarlo perché non ho ancora ricevuto la sua maglia. La Nazionale? È stata una sorpresa ma fino a un certo punto. Secondo me è anche una sana provocazione da parte di Mancini visto che il ragazzo non ha ancora esordito in Serie A. Nicolò era già un ragazzo importante all’epoca: aveva il calcio nel DNA. Sa rendere facili le giocate più complicate. Ma soprattutto vedo ancora oggi nei suoi occhi una rabbia e una fame quando gioca che ho visto davvero in pochissimi altri. Ha tutto: personalità, tecnica, forza ed è forte anche di testa”.
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