Gonzalo Villar torna a raccontarsi. In questi giorni il centrocampista della Roma ha sfruttato l'inattività per diverse chiacchierate in diretta su Instagram, svelando gusti, retroscena, aspirazioni ed emozioni legate al presente in giallorosso. Oggi il classe '98 si è collegato con Rupperhats, un'azienda spagnola che produce cappelli ispirati a un animale in particolare, il bradipo. Ecco le parole dell'ex Elche:
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Villar: “La mentalità fa la metà di un giocatore. Avrei voluto giocare con Totti”
Il centrocampista della Roma si è raccontato in una diretta su Instagram: "Al debutto con il Sassuolo non mi rendevo davvero conto di cosa stesse succedendo"
Come stai passando questa quarantena?
Sta andando bene, abbiamo molto tempo a disposizione. Mi sono abituato alla nuova vita, anche se non vedo l’ora che finisca.
Sappiamo che sei molto legato alla famiglia e agli amici, e ora ti sei trovato a vivere la quarantena in un paese diverso dal tuo.
Sì, chi mi conosce sa che sono molto legato alla famiglia e agli amici, ma prendo le cose per come vengono. Il caso ha voluto che mi trovassi in questa situazione, per fortuna ho un appartamento grande con una bella terrazza. Mi sento un privilegiato.
Sei in una città molto bella, ma cosa sei riuscito a vedere di Roma?
Ho fatto un po’ il turista nei posti più importanti, ma ci sono tante cose da vedere. Per tutto quello che c’è non ho visto niente. Roma è enorme e ci sono tante cose da visitare, e non vedo l’ora che la quarantena finisca per farlo. Roma è molto bella, mi tengo pronto.
Com’è allenarsi a casa?
Sta andando abbastanza bene, dico la verità. Abbiamo tutto il materiale che ci serve per allenarci e un programma da seguire. Ci alleniamo su FaceTime e in videochiamata con la squadra. Cerchiamo di andare avanti perché ci potrebbe costare tanto più avanti.
In videochiamata il tecnico vi dà delle indicazioni tattiche o vi allena solo dicendo cosa fare?
No, non è il mister, ma il preparatore atletico, che ci parla solo dell’allenamento fisico. In base ai nostri ruoli ci dà delle indicazioni e soprattutto ci motiva molto.
Visto che hai tanto tempo libero vedi anche video sul calcio?
Sì, oltre all’allenamento mi piace molto vedere video di giocatori che mi piacciono, lo faccio come un piacere ma anche per imparare e allenarmi. La mentalità è il 50-60% del livello di un giocatore.
Ti piace giocare ai videogiochi?
Sì, mi è sempre piaciuta la play e ci gioco molto. Visto che sono famoso ricevo molte proposte per partecipare ai tornei.
Chi sono i tuoi idoli, sia nel calcio che a livello sportivo in generale?
Te ne dico due. Di calciatore uno, Andrés Iniesta, è il mio giocatore preferito da quando ero bambino, e mi piaceva ancora di più il tipo di persona che era, ed è il tipo di giocatore che vorrei essere. A livello sportivo Nadal.
Qual è il tuo ricordo più bello?
Non è molto lontano, è il mio esordio in U21, una grandissima partita tra Spagna e Germania dello scorso anno.
Che tipo di giocatore sei?
Amo stare a contatto con la palla, voglio avere il possesso della sfera e stare vicino al gioco.
Com’è stato passare dalla seconda divisione spagnola alla Serie A?
È stato come completare un percorso di crescita. Fin da piccolo sono sempre stato ossessionato dal calcio, non uscivo con gli amici perché ero concentrato su ciò che dovevo fare. È stato un salto molto grande. È quello per cui ho sempre lottato.
Com’è stata la prima volta all’Olimpico?
Non ho debuttato all’Olimpico, ma in trasferta contro il Sassuolo, una squadra di media classifica ma comunque molto forte. Non ero cosciente, non mi rendevo davvero conto di cosa stava succedendo. È stato tutto molto veloce. Non è stato un problema perché ero già abituato ai grandi stadi, come ad esempio quello del Saragozza con circa 25.000 persone.
Col Sassuolo è stata la mia prima partita in Serie A, e anche se abbiamo perso non vedevo l’ora di chiamare i miei genitori.
Hai trovato differenze tra il calcio spagnolo e quello italiano?
L’allenatore della Roma è portoghese, quindi è un po’ spagnolo, quindi sono riuscito ad adattarmi subito, anche se comunque delle differenze le ho trovate. Dal primo allenamento ho trovato che il gioco ha un ritmo molto veloce e aggressivo. È un gioco molto fisico ma con molta qualità.
Quanto è stato difficile arrivare dove sei?
Sono riuscito ad arrivare alla Roma a 21 anni, mentre alcuni miei compagni delle selezioni hanno esordito in Liga prima di me. Ho fatto molti sacrifici e tante rinunce, per esempio per noi l’estate non c’è e non possiamo fare molte feste.
Come è andata la trattativa con la Roma e come hai reagito?
Non ricordo dove fossi, ma era metà dicembre, mi chiamò il mio agente chiedendomi se ci potevamo vedere. In quel periodo stavo giocando bene. È venuto a casa mia e mi ha detto che la Roma mi voleva. Il mio agente è stato molto diretto.
Con chi ti sarebbe piaciuto giocare tra Totti, De Rossi e Batistuta?
È difficile scegliere, ma direi Totti.
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