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Sabatini: “Zaniolo può diventare immarcabile. Con Osvaldo la litigata più epica”

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L'ex ds giallorosso su Nicolò aggiunge: "Appartiene a quella categoria di giocatori che ribaltano tutto"

Redazione

L'ex direttore sportivo della Roma, Walter Sabatini, ha rilasciato un'intervista a Dazn, durante il programma "Kickoff" condotto da Marco Cattaneo e Federica Zille. Tra i vari temi trattati, il ds ha parlato di Daniele De Rossi, di Nicolò Zaniolo e ha raccontato qualche aneddoto sulla sua esperienza a Roma. Queste sono le sue dichiarazioni:

De Rossi? "Alla prima squadra che mi chiamerà non ho dubbi, mi porto Daniele De Rossi come allenatore".

Colpo migliore della carriera?"Marquinhos. Pastore quello romanzesco".

Rimpianto più grande?"Mkhitaryan. Avevo un rapporto tempestoso ma amichevole con Raiola, viene a Milano e mi chiese se conoscessi questo calciatore. Io risposi: 'Ma sei scemo? Certo che lo conosco, è fortissimo'. Allora decise di prenderlo nella sua scuderia e io gli dissi che lo avrei voluto subito alla Roma. Poi ci siamo incontrati a Montecarlo anche con il calciatore, ma le cose sono andate in un'altra maniera. Lui, essendo Mino Raiola, l'ha portato altrove, in Bundesliga. È così che persi Mkhitaryan".

Il giocatore che non è esploso come si aspettava?"Ponce". 

Litigata epica con un giocatore?"Osvaldo. Stava litigando nello spogliatoio con Burdisso, io sono arrivato e ho detto: 'Non voglio sapere un ca..., ha ragione Burdisso', perché ho una stima incommensurabile di lui. Osvaldo si è offeso e ci siamo strattonati, è stato un litigio vero".

Zaniolo? "Lui è un calciatore fondamentale, appartiene a quella categoria di giocatori che ribaltano tutto. Ama lo scontro fisico, lo cerca, probabilmente anche un po' troppo. Quando avrà imparato a giocare maggiormente in disimpegno e a rilassarsi un po' nel gioco diventerà immarcabile. Il suo andare a cercare sempre l'avversario in qualche maniera lo limita".

Salernitana e Serie A?"Non si fa un'impresa da soli, ma coi calciatori, l'allenatore, la dirigenza e soprattutto con la gente di Salerno. Tra le tante cose che ho fatto nella mia carriera, questa è la cosa che mi ha dato più soddisfazione. Fa molto male non lavorare, ma amo il nostro campionato e le nostre squadre. Il calcio italiano è in crescita, è evidente; oggi le squadre di medio-bassa classifica giocano un calcio propositivo e questo spinge tutto verso l'alto. I giocatori migliorano in questo modo e questa spinta salverà il calcio".