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Roma e Var, da annullare c’è solo la diseguaglianza

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Il dolore è spesso nelle disparità di trattamento, non nel fatto in sé. È figlio della regola del brutto anatroccolo, del “tu sì, e io no”

Francesco Balzani

È fallo o non è fallo, era da annullare oppure no. Si affrettano ex arbitri che in carriera ne hanno combinate come Sgarbi in tv, ex calciatori più o meno noti e tifosi di tutte le squadre. Il punto però esce dal comma 6 del regolamento tal de tali. Straborda dai tweet impegnati e dai libri di ricette arbitrali. La questione è: avete mai visto annullare un gol al 90’ per un presunto contrasto in attacco? La risposta probabilmente è no. Ma non solo. Dopo due ore c’è la conferma nel derby di Milano dove non viene rivisto al Var un netto fallo su Sanchez (più netto di quello di Tammy). Immaginiamo cosa avranno pensato Abraham e Zaniolo, inevitabile il sorriso amaro di Mourinho.

Il dolore è spesso nelle disparità di trattamento, non nel fatto in sé. È figlio della regola del brutto anatroccolo, del “tu sì, e io no”, della diseguaglianza. De Balzac diceva “L’uguaglianza sarà forse un diritto, ma nessuna potenza umana saprà convertirlo in un fatto”. E aveva ragione. Nel calcio pure è così. Alla Roma viene visto tutto come una radiografia eseguita nel più noto centro di diagnosi al mondo. Alle altre ci si affida al medico di base: ci si va solo in certe occasioni.

Come si spiega altrimenti la bufera nazionale su Serra per il gol annullato al Milan con lo Spezia in situazione di vantaggio e le pacche amichevoli a Orsato dopo la rete cancellata ad Abraham a Torino? Come si spiega il mancato rigore a Pellegrini in Roma-Milan per un fallo di Kjaer identico a quello visto e concesso in Inter-Juve poche ore prima? Come si spiegano i cartellini ad Abraham a Bologna o a Zaniolo ieri quando poi si notano insulti ben peggiori da parte di Bonucci e compagni? L’elenco è lungo, fidatevi lo è. Ma è domenica, c’è il sole e ci teniamo che passiate qualche ora fuori dai veleni. Il nostro pensiero è chi era allo stadio ieri e ha urlato come un pazzo dopo il gol clamoroso di Zaniolo, ai bambini ai quali poi è stato spiegato che Babbo Natale non esiste. Così non è calcio, ma così non è nemmeno uguaglianza. E francamente ci fa un po’ schifo.