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Roma, da Norimberga al Barça: quando la rimonta non è impossibile

Roma, da Norimberga al Barça: quando la rimonta non è impossibile - immagine 1
Contro il Leverksuen la squadra di De Rossi è chiamata all'impresa, ma è la sua stessa storia a dire che ribaltare il risultato è possibile
Redazione

“Non smettere di crederci” cantavano i Journey nel 1981, non molto tempo prima della storica rimonta Europea della Roma del 1984 contro il Dundee. Oggi i giallorossi si trovano a dover assimilare il concetto espresso in quel celebre ritornello del gruppo rock, dovranno trovare lo spirito mentale e la forza fisica per mettere a punto una rimonta che avrebbe tutti i caratteri per entrare nella storia del club. La vittoria del Bayer Leverkusen, ottenuta per 2-0 di fronte ad un Olimpico rimasto attonito e spiazzato dagli errori/orrori di Karsdorp e Abraham, ha infranto gran parte dei sogni europei e anche chi si vedeva già sull’aereo per Dublino (magari avendo anche già acquistato i biglietti) si è ritrovato con il capo chino e pervaso dai sentimenti di rassegnazione. Tuttavia, in questi casi, è il passato che viene in soccorso del romanista sconfortato, perché i ricordi aiutano a rialimentare le speranze; in fondo, come diceva Cicerone, “La memoria è tesoro di tutte le cose”. E la Roma di rimonte incredibili come quella che spera di mettere a punto giovedì se ne intende. Nel 2018 quella più fresca, la più emozionante per lo stesso Daniele De Rossi che non solo era in campo quel 10 aprile, ma segnò anche il rigore del 2-0. La squadra guidata a quei tempi da Di Francesco era reduce da un ingeneroso 4-1 subito al Camp Nou contro il Barcellona di Messi e Suarez, e i quarti di finale (raggiunti peraltro dopo un’altra rimonta ai danni dello Shakhtar), sembravano ormai il capolinea del cammino europeo. Invece, l’immediato gol di Dzeko riaccese un piccolo bagliore di speranza diventato poi un’esplosione di gioia e di colori giallorossi quando Manolas svettò sulla difesa blaugrana per colpire di testa la Roma in semifinale di Champions League.

Dundee, Norimberga e le altre rimonte storiche dell’EuroRoma

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La Roma insegue la terza finale in tre anni dopo aver raggiunto la quarta semifinale dal 2020/21 ad oggi. De Rossi, ma anche El Shaarawy e Pellegrini che facevano parte della squadra che eliminò il Barcellona, dovranno trarre ispirazione dal passato per compiere un’impresa che sarebbe paragonabile a quella di Pantani (visto che siamo nel periodo di Giro d’Italia) ad Oropa nel 1999. Tornando al secolo scorso, quando l’attuale mister giallorosso non aveva neanche compiuto il primo anno d’età, riemerge il ricordo del doppio confronto contro il Dundee nel 1984, un felice prologo della tragica sconfitta con il Liverpool in finale di Coppa dei Campioni. La squadra scozzese vinse l’andata per 2-0, ma poi una volta rientrati all’Olimpico i ragazzi di Liedholm distrussero gli avversari che con un sonoro quanto inatteso 3-0 firmato da una doppietta di Pruzzo e un rigore di Di Bartolomei. Recuperare due gol di scarto non è qualcosa che si dimentica facilmente, lo sanno bene i tifosi del Partizan Belgrado che videro la loro squadra eliminata dalla Roma nel 1988 ai sedicesimi di Coppa Uefa dopo aver vinto 4-2 la gara di andata in Serbia (al tempo Jugoslavia). Rispetto a questi precedenti, giovedì per De Rossi la montagna da scalare presenterà una difficoltà aggiuntiva, rappresentata dal fatto che l’incontro sarà giocato in trasferta, in Germania, ma anche in questo caso un ricordo può dare forza ai giallorossi. Era il 1988 quando la Roma cadde all’Olimpico contro il Norimberga per 1-2, ma poi il viaggio in terra teutonica divenne un trionfo giallorosso, viste le reti di Voller e Policano che portarono ai supplementari e al definitivo gol del 3-1 di Renato. Tutt’oggi quello di Norimberga rimane l’unico caso in cui la Roma è riuscita a rimontare una sconfitta subita in casa in Europa. Un ritorno al passato contro il Leverkusen sarebbe qualcosa di storico, ma se nulla è impossibile non bisogna mai “sognare che sia finita”, come cantavano i Crowded House.

Ascanio Antolini Ossi

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