Romano Perticone è stato raggiunto dal Messaggero per una lunga intervista. Il suo tweet sulla serie C in risposta allo sfogo del portoghese ha scatenato centinaia di commenti, oltre alla nota controreplica dell’allenatore della Roma. "È stata una sorpresa - racconta -, non mi aspettavo tutto questo clamore. Ho fatto quel tweet ("In C mi hanno sputato in faccia, messo le dita negli occhi, minacciato nei sottopassi. In serie A mai") prima dell’allenamento col mio Cittadella. Terminata la seduta, ero sommerso di messaggi". Queste le altre dichiarazioni:
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Perticone: “Mourinho è simpatico ma io non sono un pirla. Che spasso i romanisti”
Le parole del difensore: "È il più grande comunicatore di tutti, sa quello che fa. Se ha parlato in quel modo c’è un motivo. I risultati? Non sta a me giudicare il suo lavoro"
Cosa ha pensato? Sono morto dalle risate nel leggere i commenti dei tifosi della Roma. Sono stati davvero simpatici. Esordivano con ‘A Pertico"…".
C’è chi le ha dato ragione. Mourinho ha parlato di personalità e di una serie C senza le pressioni del grande calcio. Ho giocato in C e posso assicurare che ognuno ha le proprie tigri da combattere. È chiaro, le pressioni sono diverse così come i valori tecnici. Ma tutte le categorie richiedono un certo tipo di personalità e sono d’accordo sul fatto che se non hai certi valori non puoi indossare la maglia di una squadra della serie A.
Alla fine, pure Mourinho ha condiviso il suo pensiero. "Ha detto la verità, anche se i miei giocatori mi hanno raccontato che è scarso", il commento del tecnico alla vigilia della sfida col Sassuolo. Mi ha fatto molto ridere, è stato simpatico. Ma come ha detto lui una volta ‘io non sono una pirla’, non mi prendo mai sul serio. Lui per me è un grande. Ancora ricordo quella sconfitta per 3-0 contro l’Inter. Indossavo la maglia del Livorno e lui venne da noi per confortarci. Fu un gesto sincero, lontano dalle telecamere.
Guardando la partita della Roma contro il Sassuolo, il suo sfogo non ha sortito gli effetti sperati. È il più grande comunicatore di tutti, sa quello che fa. Se ha parlato in quel modo c’è un motivo. I risultati? Non sta a me giudicare il suo lavoro, è il contesto che ti determina. Quando vinci sei simpatico, con le sconfitte diventi invece antipatico.
Di certo il momento è complicato. Uno come lui non vede di buon occhio il secondo posto, figuriamoci gli altri piazzamenti. È abituato a vincere. Non è facile allenare a Roma e purtroppo siamo giudicati sempre per i risultati».
Le piacciono gli allenatori-motivatori? Io ho avuto il più grande motivatore di tutti che è Serse Cosmi. Abbiamo lavorato insieme a Livorno e poi ci siamo ritrovati a Trapani. È stato un vero maestro, col giusto materiale è in grado di ottenere risultati impressionanti. Non dimentichiamoci la sua impresa col Perugia.
Il suo prossimo bersaglio? Devo scegliere tra il Papa e Berlusconi (ride ndc).
È scuola Milan, l’ex Presidente rossonero apprezzerà. Ti farò sapere.
In futuro invece dove si vede? Spero su una panchina. Ora sto studiando anche Scienze Motorie. Poi sai, sono un difensore giovane, di buone speranze e in scadenza...Magari il prossimo anno vengo a Roma (ride ndc).
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