Il 15 aprile 2011 nasceva a Boston la prima Roma americana. Thomas DiBenedetto annunciava con soddisfazione dalla sala stampa dell’edificio in Federal Street che “the deal is closed”. Nove anni dopo, James Pallotta è pronto a riprendere in mano quel progetto dopo essere stato a un passo dalla firma per sbarazzarsene. Il nuovo piano investimenti è già sul tavolo, così come i soldi per la ricapitalizzazione, che saranno versati direttamente dal presidente.
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Le mani di Pallotta sul futuro: Friedkin lontano, ecco la “nuova” Roma di Jim
L’affare per la cessione del club è finito in un limbo e difficilmente si farà entro la prossima stagione. Il presidente indica la via: mercato e gestione, ecco la linea
NUOVA LINEA – James Pallotta avrebbe ceduto la Roma, ma non lo avrebbe fatto a cuor leggero. Lasciare il progetto in sospeso, con lo stadio mai così vicino al sì definitivo, non è nello stile dell’imprenditore bostoniano. Con lo stop della trattativa per cedere a Friedkin non è stato facile mettere a punto un nuovo piano per disegnare la Roma che sarà. Il coronavirus ha bloccato diverse entrate e i buchi economici si sentiranno anche in futuro. Per questo motivo si dovrà attuare una linea di risparmio ancora più rigida rispetto al passato, un passaggio che toccherà anche tutti gli altri club italiani, chi più e chi meno. La prima, importante, sforbiciata toccherà ai salari dei giocatori. Il monte ingaggi (160 milioni lordi), ad oggi il terzo della Serie A dopo Juventus e Inter, dovrà essere abbassato ancora.
MONTE INGAGGI – L’idea è quella di non offrire più contratti che superino i 3 milioni. Un problema in più per Petrachi, che ha messo gli occhi su diversi parametri zero sui quali dovrà fare leva anche con altri argomenti. Un problema anche per la situazione che riguarda i riscatti di Smalling e Mkhitaryan. L’inglese è quello che ad oggi sembra più lontano, sia per le richieste del Manchester che per quelle del giocatore. La situazione dell’armeno è diversa. Mkhitaryan a Trigoria ha convinto tutti e anche lui sarebbe felice di restare. Ecco perché non è da escludere che possa accettare una riduzione dello stipendio. Se ne parlerà con il suo agente Raiola, che potrebbe ammorbidirsi se la Roma concedesse invece un piccolo aumento all’altro suo protetto Justin Kluivert. Per fare cassa l’indiziato numero uno è sempre Under, che a bilancio “pesa” 7 milioni e che può fruttare un’importante plusvalenza. Il gioco delle parti va avanti da tanto anche con Pellegrini. La clausola da 30 milioni fa ancora gola a tanti e per questo i giallorossi sono decisi a chiudere la partita in tempi brevi.
YOUNG BUSINESS – Gli investimenti per il futuro continueranno a essere il cuore del progetto. Si punterà con più forza sui giovani talenti, che avranno una corsia preferenziale a Trigoria e che rappresenteranno una fonte di liquidità quando ce ne sarà bisogno. La nuova rivoluzione che a gennaio sembrava inevitabile, è finita nel cassetto. Resterà Fonseca, su cui si proverà a costruire un modello pluriennale. Fienga resterà il punto di riferimento dell’area dirigenziale e Petrachi quello dell’area sportiva.
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