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De Rossi, un altro capolavoro per un futuro che è già presente

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Non c’è un motivo che uno che possa obiettare sulla conferma di De Rossi. E’ giovane, bravo, romanista, non guadagna uno sproposito e non pretende la luna. E’ rispettato (più importante dell’amore) da squadra, tifosi e collaboratori
Francesco Balzani
Francesco Balzani Collaboratore 

Ci sforziamo, ma proprio non esce naturale. “Mister P….Futuro”. Sì, suona meglio così. Perché vedere oggi un domani immediato senza Daniele De Rossi sembra francamente impossibile. E non è un giudizio sull’onda dell’entusiasmo di due derby vinti: quello dentro il Raccordo (o quasi) e quello europeo di ieri col Milan. Imbrigliare per un tempo l’Inter di Inzaghi e per larghissimi tratti De Zerbi, Pioli, Juric e Palladino è roba da allenatori consumati. E pure bravi. Anche ieri sera a San Siro la Roma ha dimostrato di essere padrona di sé stessa in termini di gioco, convinzioni, scelte ed emozioni. Spazzando via quei flebili sussurri post Lecce: “Ma l’effetto novità è già esaurito?”. Come se bastasse solo cambiare l’etichetta col nome sulla panchina per rigenerare una squadra. Per info chiedete a Mazzarri, Inzaghi, e lo stesso Tudor. Serve il portamento, di chi quelle passerelle le conosce e sa percorrerle anche con scarpe nuove. De Rossi lo sta facendo con un stile che ha stupito anche i suoi fan più ottimisti. Un capolavoro tattico quello di ieri, che non va sottovalutato.

Daniele ha dimostrato che si può giocare bene a calcio e vincere in casa del Milan tre giorni dopo un derby faticoso. Ha portato freschezza, senza rinunciare al carattere. Ha portato maggiore libertà offensiva, ma se vai a vedere i dati migliori sono in difesa.  Contando su una rosa che crede in lui dal primo giorno, non sulla parola. Ma grazie alle sue parole. Ora quella parola passa ai Friedkin che (forse) stanno approfittando del fattore tempo sapendo che Daniele mai tradirebbe la sua Roma per un altro club prima del tempo. Perché la domanda che si fa tre quarti di Roma passa tra i seggiolini dello stadio, nei treni e nelle auto che riportano i tifosi nella capitale. Nelle radio, dentro i  bar tra un caffè e uno sfottò. E pure in parecchi piani di Trigoria. Insomma sì quella domanda è solo una: "Ma quando rinnova Daniele?". Non c’è un motivo che uno che possa obiettare sulla conferma di De Rossi. E’ giovane, bravo, romanista, non guadagna uno sproposito e non pretende la luna (o almeno non ancora). E’ rispettato (più importante dell’amore) da squadra, tifosi e collaboratori. E ora anche dagli avversari. Fin qui solo la corazzata Inter è riuscita a fermare la Roma, e lo ha fatto con un gol da annullare. Da convalidare invece è il futuro con DDR che vuole farsi chiamare Mister Presente, perché in fondo quel Capitan Futuro gli ha anche portato un po’ sfiga da calciatore. Ma noi no, non ci riusciamo a pensare che tutto questo possa finire tra soli 2 mesi. Anche perché - come cantava Lucio Dalla - "chissà domani su cosa metteremo le mani". E allora ti chiameremo Futuro. 

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