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Da Bove a Baldanzi, a Brighton col turnover: così De Rossi ha lavorato sulle ‘riserve’

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La Roma scenderà in campo giovedì sera con diversi cambi, forte anche del 4-0 dell'andata: è il momento di vedere all'opera chi ha giocato meno, con il mister che ha cercato di tenerli sempre al top
Francesco Iucca
Francesco Iucca Collaboratore 

La Roma di De Rossi è di tutti. Da quando è arrivato sulla panchina giallorossa, il nuovo mister ha utilizzato tutti i calciatori a disposizione. Tutti, ad eccezione del solo Pietro Boer. Anche Renato Sanches è sceso in campo, più che altro per le statistiche visto che ha giocato gli spiccioli finali contro il Torino, compartecipando al gol subito che ha riaperto tutto in extremis. De Rossi coinvolge tutti e non esclude nessuno, fino ad ora è stata (anche) questa la sua forza. E ora è arrivato il momento di metterla a frutto, sfoderarla per confermare e centrare i quarti di finale di Europa League. Giovedì a Brighton la Roma è pronta ad attuare un turnover importante dopo il 4-0 dell'andata, che non dà la certezza della qualificazione ma una gran bella tranquillità sì. E allora si scaldano i vari Bove, Celik, Zalewski e Baldanzi. Fino ad ora tutti hanno trovato spazio, anche se ridotto, ma ora è il loro turno di prendersi la Roma e trascinarla. Ad esempio Bove, che con De Rossi ha una media di 40 minuti in campo (405 in totale) nelle 10 partite in cui è stato a disposizione. Molto più bassi sono invece i minutaggi riportati da Celik (238, in media 21 a partita), Zalewski (206, in media 18), Baldanzi (181, in media 16), Azmoun (160 minuti, in media 20) e Aouar (166 minuti, in media 16).

Da Bove a Celik, De Rossi tiene al top anche chi gioca meno: ecco come li ha spronati e coccolati

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De Rossi li ha spinti a dare tutto in allenamento nonostante il poco spazio in partita, ha fatto in modo che rimanessero sul pezzo, parlandogli singolarmente e lanciandogli messaggi di apprezzamento anche in pubblico. Così è stato per Bove, che ha giocato meno solo perché davanti ha avuto tre giocatori in forma strepitosa come Cristante, Paredes e Pellegrini. Nessuna bocciatura, solo "parte del percorso". Edoardo è un "professionista serio", uno a cui faresti "sposare le tue figlie". La stima è incondizionata, anche in quello che potrebbe essere il suo ruolo del futuro, da mediano davanti alla difesa perché ha "piedi più buoni di quello che si pensi". A Firenze sembrava potesse toccare a lui, ma la maglia da titolare sarà solo rinviata di qualche giorno. Trattamento simile per Zalewski, uno di quelli che DDR ha rimesso nel suo ruolo naturale e a cui ha mandato più di una carezza, ribadendo di avere grandissima fiducia in lui. Non è ancora quello visto in Conference nei primi mesi con Mourinho, ma ha già messo la firma sulla qualificazione col Feyenoord segnando il rigore decisivo. E poi Celik, contro il Brighton tra i migliori con una prestazione alla Maicon: "È un giocatore forte che si allena al massimo e sempre col sorriso, anche se non gioca".

Poi c'è Azmoun, innamoratissimo della Roma e anche di Daniele De Rossi. L'iraniano ha usato parole dolcissime per il mister, lo ha definito speciale come il feeling che si è creato tra di loro, un combattente dai modi estremamente gentili. Anche Aouar, pur con qualche errore, a Firenze è tornato al gol lanciato un po' a sorpresa dal primo minuto. L'algerino è stato chiamato in causa in uno scontro diretto per la Champions, era in difficoltà ma ha parlato molto con il mister al rientro dalla Coppa d'Africa. DDR gli ha dato fiducia in un momento decisivo. E poi c'è Baldanzi, che fino ad ora ha giocato solo gli spezzoni finali di partita (unica da titolare a Frosinone nella peggior prestazione della gestione De Rossi insieme a Firenze). Il mister lo sta centellinando, facendolo entrare in punta di piedi e gradualmente. Lo ha visto un po' timido, forse è anche per questo che contro il Brighton prima di mandarlo in campo lo ha quasi strattonato per caricarlo. Vuole scuoterlo, si aspetta qualcosa in più ora. Giovedì a casa di De Zerbi sarà il miglior modo per mettere a frutto il lavoro mentale oltre che tecnico e tattico che De Rossi ha fatto su chi ha giocato meno in queste sue prime 11 partite. Anche perché il momento sarà decisivo anche in campionato e tutti dovranno aumentare il livello. La Roma è attesa da un calendario complicatissimo: dopo Sassuolo e Lecce arriverà il derby, poi - facendo gli scongiuri - gli eventuali quarti di Europa League prima di una serie di scontri diretti che decideranno il destino di questa e della prossima stagione.

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