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LaPresse
Claudio Amendola, da sempre grande appossionato della Roma, ha raccontato alcuni retroscena riguardo la sua passione per la squadra, l'espediente messo in atto per far diventare il figlio Rocco un tifoso giallorosso e il rapporto con Bruno Conti. Di seguito le sue parole su Rai 1.
Sul figlio e la sua "scelta" della Roma
Ho fatto una cosa al limite del telefono azzurro. All'asilo gli ho svuotato la stanza dei giochi. Quando è arrivato gli ho detto che erano venuti i laziali a rubargli tutto. Passato il dolore e il pianto, lui si è distratto e io gli ho rimesso in camera tutto quanto. Quando se n'è accorto gli ho detto che i romanisti gli avevano riportato tutti i giocattoli.
Su un intervento di Bruno Conti che lo paragona a Pruzzo
Bruno fa parte della mia Roma, quella dei miei vent'anni. Ho avuto la grande fortuna di fare un paio di partite con lui fuori dalla situazione Roma. Con la sua famiglia, una cosa di una competizione incredibile. Bruno aveva l'abitudine di fare un gesto con gli occhi a chi gli batteva il fallo laterale, come a dire 'Mandami la palla dietro, io vengo incontro e corro dall'altra parte'. Io stavo battendo il fallo laterale, lui mi fece il gesto e io gliel'ho messa come vedevo farlo a Maldera, all'epoca.
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