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La Roma è realmente competitiva? L’analisi di una squadra che fatica a vincere

Valerio Salviani

Nelle interviste post Napoli-Roma, Ancelotti ridacchiava quando un opinionista gli sottolineava la forza e la qualità superiore del suo centrocampo. “Sicuramente è il ruolo più importante in una squadra” rispondeva Carletto. Guardando in casa nostra, c’è da sottolineare che nella scorsa stagione in fase realizzativa la mediana romanista era stata appena sufficiente e un cambio di passo serviva. A giugno erano già arrivati Cristante e Pastore e si pontificava su quanto fosse importante averli presi così presto. Alla decima giornata di campionato ci si domanda invece se quegli acquisti non siano stati troppo frettolosi. Forse serviva altro. Inutile riflettere sulle cessioni se in campionato non si vince con squadre come Spal, Chievo e Bologna (8 punti). La classifica, al momento, dice che i giallorossi valgono come una Sampdoria qualunque, e non può essere così. Dzeko a 32 anni è il giocatore di movimento più utilizzato (1.080 minuti) e Schick non dà garanzie neanche per 10 minuti. Coric e Zaniolo non sono pronti, Cristante è un caso, Nzonzi fa il suo (30,5 milioni). Il bilancio è migliorato (soprattutto grazie alla semifinale di Champions), ma la competitività è rimasta la stessa.

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 LaPresse

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