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Sarri, Allegri, Mazzarri e Spalletti: la Roma guarda alla Toscana. Ecco come giocherebbero

Iacopo Erba

 

Cosa succede se mettete insieme 6 Scudetti, 4 Coppe Italia, 3 Supercoppe italiane e due finali di Champions League giocate? Massimiliano Allegri è un vincente, dentro e fuori dal campo, ma ha saputo anche essere abile stratega e a tratti aggiustatore, lavorando sulla mentalità dei calciatori ed esaltandone al massimo le qualità tecniche.

“I vecchi allenatori, che sono stati messi da parte mi hanno insegnato che il calcio è estro e libertà, e fantasia”. E allora non parlategli di modulo, spazio all’interpretazione: Allegri prese una Juve svuotata dal burrascoso addio di Conte e la lasciò esprimere le proprie qualità con un sistema a lei più congeniale, per poi mutarla a piccoli passi traslandola dal 3-5-2 al definivo 4-3-3. Gli interpreti, in sostanza, vanno esaltati e non ingabbiati in un sistema astringente o poco congeniale.

Avere dubbi su Massimiliano Allegri è sostanzialmente impossibile e un suo eventuale arrivo rinfrancherebbe una piazza sfibrata dai recenti insuccessi. Le perplessità ricadono semmai sulla sua possibilità di combaciare con il progetto che la Roma sta impostando, fatto di intuizioni e giovani di prospettiva. Allegri apprezza molto l’attuale rosa giallorossa ed ha una grande voglia di rientrare nel giro dopo i quasi due anni di inattività, ma è anche un allenatore abituato a lavorare i determinati contesti e con grandi campioni. La Roma sarebbe in grado di regalare una Formula 1 all’altezza del Lewis Hamilton dei tecnici? Allo stato attuale, più di qualche dubbio continua a resistere.

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