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Quando il presidente si smentisce: ecco tutte le retromarce di Pallotta

Valerio Salviani

Quando si parla di Francesco Totti bisogna sempre cercare le parole migliori. Lo impone la storia, lo impone ciò che Totti rappresenta per Roma e per i romanisti. Le incomprensioni tra lui e la società sono state diverse in questi anni. La gestione del suo passaggio da calciatore, capitano e simbolo della squadra a dirigente, non è stato una passeggiata. "Francesco potrà giocare finché vorrà" è sempre stata la posizione ufficiale della Roma, ribadita spesso anche da Pallotta. Nel marzo del 2016 però, alcune dichiarazioni del tycoon di Boston provenienti dagli States hanno scosso la piazza: "La sua situazione di Totti è difficile. Vorrei che entrasse nel management, ma ha rifiutato. Vuole continuare a giocare". Pochi giorni dopo, a Il Messaggero, è arrivata la rettifica"Non l'ho mai detto. Lui è un simbolo e può restare finché vuole". Un video lo smentirà, ma Totti resterà un altro anno, per poi ritirarsi (non troppo convinto) e iniziare la nuova vita in giacca e cravatta.

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