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Proclami e rassegnazione: da Luis Enrique a Spalletti, ecco tutti i cambi d’umore della Roma americana

Mirko Porcari

Faccia a terra, la mente che viaggia. Chiudendo gli occhi la realtà può apparire meno amara. La rabbia di Luciano Spalletti si concentra in una pantomima che è l'immagine di una serata incredibile, a Cagliari c'è stato l'epilogo di una settimana che ha riproposto tutti gli stereotipi del tipico romanista: esaltazione, danno e beffa, un tris impietoso certificato dall'involuzione nelle dichiarazioni del tecnico.

Eppure era iniziata alla grande, sulla scia della bella vittoria contro l'Udinese tutti i pensieri erano fissi sull'obiettivo Champions: "È una gara che stiamo preparando da 8 mesi", un investimento di responsabilità per i calciatori, un passo avanti non indifferente verso la consapevolezza di "essere forti e di poter affrontare chiunque."

Le parole di Spalletti, cariche di aspettative e piene di fiducia, hanno incontrato l'implacabilità del risultato: Porto qualificato e Roma retrocessa in Europa League, un passo falso difficile da metabolizzare per chi ha a disposizione "una delle squadre più forti che abbia mai allenato". Incredulo, il mister tenta di giustificare i propri giocatori senza però nascondere la gravità di un fallimento inaspettato: "È un verdetto duro da digerire, ci è mancata la giusta calma, adesso ne usciamo fuori spezzati in due". Tappandosi occhi e orecchie è tempo di ripartire, del resto la stagione è appena cominciata, all'orizzonte il Cagliari e le insidie di una trasferta mai troppo generosa.

"I miei calciatori sono sempre in movimento, vogliamo ricominciare dopo la sconfitta di Champions. Dobbiamo apprendere gli insegnamenti di una serata come quella", il polso di una situazione potenzialmente difficile, il tecnico dà fondo alla speranza di una risposta immediata che spazzi via ogni dubbio. Il campo, nemmeno a dirlo, recita un copione già visto: "Questa squadra manca di personalità", un allarme lanciato dopo la rimonta cagliaritana che toglie serenità all'ambiente, prigioniero di un leitmotiv che rischia di assumere le sembianze di uno psicodramma sportivo.

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