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Da Voeller a Dzeko, passando per Perrotta e Lamela: quando il secondo anno regala emozioni

Mirko Porcari

Dodici mesi, un'eternità. Dal bagno di folla a Fiumicino alla disperata necessità di una separazione, per Edin Dzeko l'estate ha mostrato le due facce della stessa medaglia: da eroe a indesiderato dopo un annoa chiedersi se fosse davvero lui. Dieci gol fatti e tantissimi altri falliti, il credito che si esaurisce e con lui la pazienza dei tifosi: "Calma e lavoro, sarà il mio anno", un proclama che ha lasciato indifferente gran parte della tifoseria, nel sudore del ritiro la rinascita di Dzeko è passata quasi inosservata. Ci hanno pensato i gol e le prestazioni eccellenti ad aprire il cuore degli innamorati romanisti: in questo secondo anno è tempo di scalare le gerarchie nei cori dello stadio e il diamante bosniaco è pronto a godersi una stagione ricca di soddisfazioni.

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