Vincenzo Montella
- Nazionalità:Italia
- Età:49 (18 giugno 1974)
- Altezza:1.72 m
- Peso:70kg
- Piede:Sinistro
- Valore di mercato: mln
PROFILO
BIOGRAFIA
Vincenzo Montella è un ex calciatore diventato poi allenatore, attualmente commissario tecnico della Turchia (al momento con un contratto che lo lega alla federazione turca fino al 2026). Nato a Pomigliano d’Arco il 18 giugno del 1974, Vincenzo Montella era un attaccante, un classico numero 9, mancino di piede, veloce e molto tecnico. Piccolo di statura con una grande capacità di dribblare gli avversari e di andare in rete. Soprannominato ‘l’aeroplanino’, per il suo modo di esultare dopo un gol correndo con le braccia larghe, ha vinto uno scudetto con la Roma nel 2001, una Coppa Italia e una supercoppa italiana sempre con i giallorossi; oltre ad una coppa Anglo-Italiana con il Genoa nel 1996 (ultimo anno in cui si è disputato il torneo). Montella fa parte di una famiglia numerosa, il papà operaio e la mamma casalinga lo hanno dovuto salutare presto. All’età di soli 13 anni, infatti, si è allontanato da casa per inseguire il suo sogno di diventare un calciatore affermato.
Gli esordi
Dopo aver cominciato – qualcuno racconta nel ruolo di portiere – a dare calci ad un pallone nella squadra di Castello di Cisterna (a Napoli), si è messo subito in luce quando si è scoperto attaccante tanto da attirare molto presto le attenzioni di squadre importanti, quando aveva ancora solo 12 anni. A quell’età viene notato dagli osservatori delle giovanili dell’Empoli e così, dai 13 anni, si fa tutta la trafila nelle squadre giovanili della società toscana. Ed è rimasto in azzurro fino a che è diventato ufficialmente un calciatore professionista, prima nell’under 19 del club poi nella prima squadra dove è rimasto per cinque anni e ha giocato con Luciano Spalletti che poi è diventato il suo allenatore. E proprio con la maglia dell'Empoli è arrivato il suo debutto in serie C1; è la stagione 1990-1991 e sulla panchina c’è Francesco Guidolin che ha puntato su di lui per le ultime 7 gare della stagione e Montella lo ha ripagato segnando 4 reti. L’anno successivo però non è stato fortunato: Montella ha saltato tutto il campionato 92-93 per una frattura al perone. Guarito dall'infortunio, è stato vittima di un'infezione (una miocardite che ha rischiato di interrompergli la carriera), e alla fine per poter tornare in campo per una partita ufficiale ha dovuto aspettare la stagione 1994-1995. L’aeroplanino è riuscito a ritrovare quella continuità che gli ha permesso di arrivare a segnare 17 reti. A giugno ha giocato la sua ultima partita con la maglia dell’Empoli, uno spareggio per rimanere in C1. La squadra non ha vinto ma ha tenuto la serie, solo che per l’attaccane è arrivato il momento di salire di categoria.
LA CARRIERA
Nel 1995 si è chiusa la sua avventura nell’Empoli ed è passato in Serie B, con la maglia del Genoa, dove nasce letteralmente l'aeroplanino. A fine anno saranno 23 i gol segnati da lui in 36 partite e nella sua unica stagione in rossoblù ha conquistato il suo primo trofeo della carriera: la Coppa Anglo-Italiana vinta a Wembley per 5-2 sul Port Vale, durante la quale ha anche segnato in rovesciata. Un’annata decisamente positiva per la punta che si è ‘macchiato’ di un passaggio di maglia molto discusso per i tifosi genoani visto che solo dopo un anno con i rossoblù viene chiamato dai cugini della Sampdoria e lui dice di sì: è arrivato così il suo momento di giocare in serie A, a 22 anni appena compiuti. Il costo del suo cartellino si è aggirato sugli 8,5 milioni di euro e Vincenzo ha cominciato subito a ripagare l’investimento della Samp. I suoi primi gol sono arrivati quasi subito, nel derby di coppa Italia del 28 agosto del 1996, con una doppietta messa a segno proprio contro il suo ex Genoa. Montella in quel caso fu contestato dai tifosi rossoblù perché nonostante fosse fresco di passaggio di maglia, esultò proprio facendo l’aeroplanino. Poi ancora una doppietta, questa volta in campionato, contro la Roma, era il 21 settembre. A suon di reti il numero 9 della Samp – fermato per qualche giornata dalla pubalgia – alla fine ha chiuso la sua prima stagione in blucerchiato con 22 gol segnati in 28 partite giocate. Finisce secondo nella classifica cannonieri dietro a Filippo Inzaghi che in quel periodo indossava la maglia dell’Atalanta. Nella memoria sono rimaste le quattro doppiette consecutive, un record soprattutto per un esordiente della serie A, contro Inter, Vicenza, Udinese e Cagliari. Le stagioni vissute con la maglia della Samp, per Montella, hanno viaggiato tutte sullo stesso livello, ma non gli sono bastati per arrivare alla convocazione per la nazionale. Cesare Maldini, che allora era il C.T. azzurro, non lo ha inserito nella lista dei disponibili per il mondiale francese del 1998. E proprio in quell’estate è cominciata quella che poi sarebbe stata la sua ultima stagione alla Samp.
Il passaggio alla Roma, la Nazionale e lo Scudetto
Montella nel 1999 è passato alla Roma che sulla panchina aveva Zdenek Zeman e l’aeroplanino rappresentava l’attaccante ideale per il suo gioco. Solo che i loro destini non si sono incrociati perché nello stesso periodo la società giallorossa ha esonerato il boemo e Montella si è ritrovato ad essere allenato da Fabio Capello. La sua avventura con i blucerchiati si è conclusa con 116 presenze e 66 gol, oltre a 14 assist e la Roma ancora nelle mani della famiglia Sensi, per non farselo sfuggire ha versato 40 miliardi di lire (qualcosa come poco più di 20 milioni di euro), nelle casse del club di Genova. E’ stato un periodo sicuramente d’oro per l’attaccante che nel giugno del 1999 ha anche esordito con la nazionale dove però si è dovuto giocare il posto con due giocatori del calibro di Vieri e Pippo Inzaghi. Alla Roma ha cominciato subito bene e per la prima volta, dall’inizio della sua carriera, ha potuto giocare anche in Europa. Esordio in una competizione per lui e la prima doppietta in Uefa è arrivata contro il Goteborg, nell’ottobre del 1999. Anche in campionato si è dato da fare come deve e ha chiuso la stagione con 18 gol complessivi oltre ai 3 siglati in Europa, le presente in totale erano state 41. Nonostante il rendimento però, Montella non rappresentava l’attaccante ideale per Fabio Capello e soprattutto Franco Sensi (allora presidente della Roma), si sentiva di dover rispondere allo scudetto appena vinto dai cugini della Lazio per soddisfare la piazza. Così ha colto al volo la possibilità che si è presentata: ha comprato Gabriel Omar Batistuta dalla Fiorentina. L’attaccane argentino è passato in maglia giallorossa per 70 miliardi (una cifra storica per le casse della società capitolina). I tifosi sono andati in delirio, ma per Montella non è stata una notizia positiva. Il numero nove infatti, da quel momento, ha capito subito che si sarebbe dovuto giocare il posto con una punta che rappresentava in tutto e per tutto l’ideale per l’allenatore della Roma. È cominciato così un periodo in cui Montella si è dovuto accontentare spesso di sedersi in panchina. È cominciata anche la corsa della Roma verso lo scudetto e alla fine le presenze dell’attaccante di Pomigliano d’Arco non sono state neanche così sporadiche. Batistuta, infatti ha giocato un girone d’andata alla grande, sempre titolare e ha portato la squadra in vetta alla classifica. Dal girone di ritorno però comincia ad accusare diversi problemi fisici e per questo Montella ha ritrovato una certa continuità. A lui è spettato proseguire il cammino avviato dal collega di reparto. La Roma alla fine è diventata campione d’Italia anche grazie alle sue di reti, oltre a quelle di Batistuta. E alla fine della stagione ha chiuso con 28 partite giocate in Serie A e 13 reti segnate (11 nelle ultime 15 partite di campionato). Una delle 13 è arrivata proprio durante la partita decisiva per la conquista del titolo, il 17 giugno de 2001 all’Olimpico contro il Parma. I giallorossi hanno segnato tre reti, una proprio con Montella, le altre con Totti e Batistuta. Nel 2001 ha segnato anche nella gara di supercoppa contro la Fiorentina, in cui i giallorossi si sono assicurati il titolo. Nel corso della sua avventura alla Roma sono rimasti nella memoria i gol segnati alla Lazio nel corso delle stracittadine, soprattutto quella giocata il 10 marzo del 2002 vinta dai giallorossi per 5-1 e Montella è stato autore di un poker ed è a tutt’oggi l’unico ad aver fatto una cosa del genere, nella storia della Roma. Fino a poco prima, l’attaccante era rimasto fuori per un problema fisico che in quella stagione lo ha fermato dall’ottobre del 2001 fino a metà gennaio del 2002. Ha chiuso quell’anno calcistico con 19 presenze in serie A e 13 gol. In totale sono state 26 le volte che è sceso in campo e 15 le reti segnate. E’ andata meglio, a livello di partite giocate, nella stagione successiva, chiusa con 45 presenze complessive ma solo 11 reti. Nel campionato 2003/04 sono cominciate le difficoltà ad avere una certa continuità con Capello, tanto che ha saltato molte partite senza neanche essere convocato e il computo finale è stato di 14 partite giocate e 5 gol. La stagione successiva è stata difficile per tutti, Capello nell’estate del 2004 ha lasciato la capitale mettendo in difficoltà l’allora ds Franco Baldini che pensava di aver trovato in Prandelli il sostituto ideale, ma il tecnico si è dimesso poco prima dell’inizio del campionato. In quell’anno la Roma ha cambiato 5 allenatori e rischiato addirittura di finire in zona retrocessione. Montella, nonostante tutto, ha chiuso la stagione con 46 presenze complessive e 23 gol, una rete ogni due partite.
Il passaggio in prestito al Fulham
Con il successivo arrivo di Spalletti sulla panchina giallorossa, Montella che ha 31 anni, faticava sempre di più a trovare spazio (16 presenze e 2 gol nel 2005/06), e così nel gennaio 2007 viene mandato in prestito al Fulham dove è rimasto fino al giugno successivo, quando è riuscito a tornare in Italia indossando di nuovo la maglia della Samp per poi tornare a Roma nel 2008 e giocarsi ancora una stagione da calciatore. Nel 2008/2009 è sceso in campo solo 15 volte, tra campionato e coppe e non ha segnato neanche un gol. Montella a quell’epoca aveva un contratto ancora valido con la società giallorossa e proprio in quell’estate ha deciso con il club di spalmare quanto rimaneva ancora da percepire con l’accordo, una volta smesso di giocare, che sarebbe rimasto comunque in società.
Il ritorno alla Roma da allenatore delle giovanili
Montella diventa così l’allenatore delle giovanili. Succede tutto in fretta, la squadra stava per partire per il ritiro e l’attaccante ne doveva far parte. Poi invece gli è stato subito proposto di allenare i Giovanissimi di Trigoria, lui ha accettato e ha cominciato con l’idea di farsi tutta la trafila. I suoi numeri da attaccante sono di tutto rispetto. Il numero 9 giallorosso alla fine ha smesso portando a casa tre trofei proprio con la Roma (uno scudetto, una coppa Italia e una supercoppa italiana), 478 partite giocate e 220 gol segnati. Meno fortunato con la nazionale, con cui ha preso parte ai mondiali di Giappone e Corea del 2002, ma in cui ha sempre fatto fatica a trovare spazio. C’era anche nel 2000 quando agli europei, gli azzurri, hanno perso in finale con la Francia. Alla fine, saranno 20 le partite giocate con la maglia della nazionale e solo 3 le reti segnate (una sola presenza nel mondiale). La carriera da allenatore, partita quasi per caso, ha permesso a Montella di andare a fare importanti esperienze all’estero, tanto che oggi è l’allenatore della Turchia.
Le dimissioni di Ranieri e l'esperienza da allenatore della Prima Squadra
Cominciata quasi per caso, con un accordo con la Roma spalmando i compensi di quando era ancora giocatore, lo ha portato anche a sedersi sulla panchina giallorossa. Il tecnico a quel tempo era Claudio Ranieri, subentrato a Spalletti che si è dimesso nel settembre del 2009, l’allenatore romano si è dimesso durante la stagione successiva. Era il febbraio del 2011, la Roma è rimasta senza una guida tecnica e così la società ha deciso di affidarla proprio a Vincenzo Montella che è ancora impegnato con le giovanili ma accetta l’incarico. Guiderà la squadra per 16 partite ed esattamente 100 giorni. Alla fine vincerà 7 partite, 4 saranno i pareggi e 5 le sconfitte ed è arrivato a portare la squadra al sesto posto in classifica (per non abbassare la sua media personale ha anche vinto l’unico derby giocato da allenatore). Dopo aver allenato la prima squadra a Roma ha lasciato la capitale per fare esperienze ormai sempre alla guida di squadre professionistiche interrompendo il suo percorso nelle giovanili.
La carriera da allenatore
E’ passato al Catania, per la stagione 2011/2012 dove ha raggiunto la salvezza e ha vinto anche il premio come miglior allenatore del mese nel marzo del 2012. Nella stagione successiva, dopo la rescissione consensuale, è passato alla Fiorentina dove è rimasto fino al giugno del 2015. Ha raggiunto due volte il 4 posto in campionato e ha vinto diversi premi personali, ma il rapporto con la proprietà (allora era ancora dei Della Valle), è tutt’altro che idilliaco e così alla fine le parti si sono separate nel 2015. A novembre ha sostituito Walter Zenga esonerato dalla Samp. E’ stata un’annata difficile e Montella alla fine ha chiuso la stagione al 15mo posto e detto addio al suo rapporto con i blucerchiati. Nel 2016 è la volta della panchina del Milan con cui ha vinto il suo primo trofeo da allenatore: la supercoppa italiana, ma già nel novembre del 2017 è arrivata la fine della sua avventura in rossonero. E’ tornato poi alla Fiorentina dove è rimasto solo pochi mesi (dall’aprile del 2019 al dicembre successivo quando viene esonerato). Successivamente si è fermato per due anni fino a che, nel 2021, viene ingaggiato dal club turco Adana (che gli vale la partecipazione alla Conference) Demirspor appena promosso nella massima serie turca che arriverà nono, quarto nell’anno 2022/2023. È anche l’anno del terribile terremoto che ha colpito pesantemente proprio la regione turca della squadra di Montella e lui si prodiga per far arrivare aiuti alla popolazione fondando anche una onlus per una raccolta fondi.
La nomina a c.t della Turchia
Rimane legato alla terra dove è talmente stimato che nel settembre del 2023 viene nominato C.T. della nazionale. Esordisce sulla panchina turca nella vittoria esterna 1-0 contro la Croazia, valida per le qualificazioni all'europeo di Germania 2024. Successivamente, con il successo per 4-0 contro la Lettonia, la nazionale turca si qualifica all'europeo con 2 turni d'anticipo.