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Le gambe di Mennea, le braccia di Federica, il cuore di Senna: Roma, ora rimonta anche tu

Valerio Salviani

C’è stato un tempo in cui il ciclismo era un affare di stato. L’impresa di Bartali al Tour de France del 1948 recitò un ruolo da protagonista nel sopire il clima di guerra civile che si respirava in Italia dopo l’attentato a Palmiro Togliatti. Con 21 minuti di svantaggio dalla testa, il ciclista del popolo e soldato della resistenza partigiana durante la guerra, riuscì a rimontare sulle Alpi nelle due tappe decisive, arrivando alla maglia gialla mantenuta poi fino a Parigi. La notte prima dell’impresa era arrivata la chiamata del presidente del Consiglio Alcide De Gasperi, che pregava Bartali di vincere “perché qua c’è un gran casino”. Gino non tradì.

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