1Portiere
Franco Tancredi

Franco Tancredi

  • Nazionalità:Italia
  • Età:69 (10 gennaio 1955)
  • Altezza:1.76 m
  • Peso:72kg
  • Piede:Destro
  • Valore di mercato: mln

PROFILO

BIOGRAFIA

Franco Tancredi è un ex portiere di calcio, poi diventato preparatore dei portieri. È nato il 10 gennaio del 1955 a Giulianova (in provincia di Teramo), dove – spinto dal padre Francesco – ha frequentato, con ottimi risultati, l’istituto tecnico commerciale ed ha cominciato a tirare calci ad un pallone nella squadra della città. I suoi esordi, infatti, non sono stati tra i pali. Tancredi ha cominciato la sua carriera come ala destra. Le sue caratteristiche fisiche, mai avrebbero fatto pensare che sarebbe potuto diventare un grande portiere, come invece poi ha fatto. Alto 1 metro e 76 centimetri aveva una grandissima agilità, era scattante e con i riflessi pronti. Per questi motivi, l’allora allenatore della prima squadra del Giulianova, ha avuto il grande intuito di provare a metterlo tra i pali. Da quel giorno Franco Tancredi non ha più lasciato la porta, dando il via ad una carriera che gli ha permesso di vincere uno scudetto e quattro volte la Coppa Italia (tutti trofei conquistati con la Roma), oltre alla penultima edizione della Coppa Mitropa (vinta invece con il Torino). Era un portiere dotato di coraggio e soprattutto di reattività, tanto che molti lo definivano un ‘gatto’. Una delle sue peculiarità, dovute proprio a queste caratteristiche, era quella di essere un ‘pararigori’.

 

LA CARRIERA

Franco Tancredi è cresciuto nel vivaio del Giulianova, evidentemente i colori societari (giallorossi), erano nel suo destino visto che poi la squadra con cui ha segnato più presenze è stata la Roma. Nella squadra della sua città è approdato come ala destra. È stato un intuito di Nicola Tribuiani, suo allenatore a quei tempi, quello di metterlo in porta. Le prime presenze con il Giulianova risalgono al 1970, quando Tancredi aveva 15 anni, mentre nel 1972 ha esordito in serie C conquistandosi il posto da titolare per tutta la stagione, proprio nel ruolo di portiere. Nel 1973-74 è diventato il numero uno in pianta stabile dei giallorossi abruzzesi e alla fine della stagione è stato acquistato dal Milan. Nel 1974 si è trasferito in rossonero, a 19 anni, per fare il secondo al titolare Enrico Albertosi. A Milano è rimasto per due stagioni (74/75 e 75/76), senza mai scendere in campo. La casella delle presenze in rossonero è ferma a zero. Tancredi ha lasciato il club meneghino ed è stato mandato in prestito in Serie B al Rimini. L’idea dei rossoneri era quella di fargli fare esperienza e riprenderselo, ma dopo l’esperienza in Romagna, il portiere non è tornato in rossonero perché è stato acquistato dalla Roma. E lui, ha raccontato in seguito, lo ha scoperto dalla radio, mentre era in macchina, con la moglie e la suocera. È cominciata così la sua avventura nella squadra capitolina. Sulla panchina dei giallorossi c’era Gustavo Giagnoni, sostituito l’anno successivo da Valcareggi, subentrato alla settima giornata. Ed è stato proprio lui a far esordire il giovane portiere, il 28 gennaio del 1979 contro il Verona. In porta con gli avversari, c’è Franco Superchi, che qualche anno dopo è diventato, nella Roma, la riserva di Tancredi. Poi, dal 1979 al 1984 è toccato a Nils Liedholm prendersi la responsabilità di indicare nell’estremo difensore di Giulianova, il successore di Paolo Conti. E così, dal 1979 al 1990, Franco Tancredi ha indossato la maglia giallorossa, 389 volte (288 in serie A) di cui 258 consecutive, raggiungendo un vero e proprio record, secondo solo a Dino Zoff (332). E mentre era alla Roma si è guadagnato l’appellativo di ‘pararigori’. È successo nelle due finali di CoppaItalia, consecutive che ha disputato la Roma, nell’80 e nell’81, entrambe finite ai rigori, entrambe contro il Torino. Nella prima, finale unica del 1980, sono stati 4 i granata che non hanno superato Tancredi, tre per meriti del portiere e la Coppa è andata nelle mani dei giallorossi. L’altra, giocata il 17 giugno del 1981, ancora contro il Torino, ancora ai calci dagli undici metri (dopo l’1-1 dei tempi regolamentari). Tancredi, quella volta, ne ha parati due e ha regalato la vittoria alla sua squadra.

La sua caratteristica principale era proprio quella dell’agilità e della capacità di saltare da una parte all’altra con grande velocità e senza timori. È diventato ed è stato un punto fermo della Roma per tutto il periodo in cui ha indossato la maglia giallorossa. Cambiavano gli allenatori sulla panchina (da Liedholm, ad Eriksson, poi ancora Liedholm, Spinosi e Radice), e tutti avevano un punto d’accordo: Tancredi tra i pali era inamovibile. Una sicurezza, anche per i compagni che andavano in avanti serenamente: “Tanto in porta c’è Franco”, dicevano. Poi, una storia a parte, la merita la finale del 30 maggio del 1984, quella di Coppa dei Campioni, persa contro il Liverpool all’Olimpico, il vecchio Olimpico. La Roma, per la prima volta nella competizione, ha raggiunto la finale e avuto l’occasione di prendersi la coppa proprio in casa sua. Anche quella volta, come nelle finali con il Torino, le squadre sono arrivate a giocarsela ai rigori, ma in quella occasione non c’è stata nessuna parata miracolosa, benché Tancredi avesse studiato a lungo i rigoristi degli inglesi: “ma hanno cambiato lato”, ha dichiarato il portiere a fine gara. La sua fama però ha continuato a trovare riscontro, anche quando ha parato un rigore a Roberto Baggio, primo portiere a compiere l’impresa. Di lui si ricorda anche un episodio che lo ha visto protagonista in negativo, suo malgrado, a Milano. Il 13 dicembre del 1987 è stato colpito da due petardi lanciati da un tifoso dei rossoneri, il primo vicino alle gambe, il secondo vicino al viso. Caduto a terra svenuto, è stato soccorso e portato in ospedale. E in quell’occasione è toccato al giovanissimo Angelo Peruzzi sostituirlo. Alla Roma poi è stata data la vittoria a tavolino. La sua lunga carriera alla Roma è stata segnata anche dalla vittoria dello scudetto del 1982/83 – il secondo della storia del club – e di quattro Coppe Italia (nel 1980, 1981, 1984 e 1986).

Al termine della sua avventura in giallorosso, nel 1990 ha accettato di andare a finire la carriera a Torino dov’è rimasto un anno, facendo la riserva di Luca Marchegiani, giocando sei partite. In occasione del suo ritorno all’Olimpico ha ricevuto una grandissima accoglienza da parte dei tifosi giallorossi che gli hanno dedicato uno striscione di bentornato. Lui, Franco Tancredi, ha baciato la maglia del raccattapalle mentre si dirigeva sotto la Sud per ringraziare il pubblico per l’accoglienza. Quella è stata la sua ultima stagione da calciatore professionista, ma non la sua ultima occasione di avvicinarsi alla Roma, dove è tornato come preparatore dei portieri, in più riprese.

LA NAZIONALE

Franco Tancredi è stato sicuramente uno de migliori portieri italiani degli anni ‘80 ed è tutt’ora ricordato come uno dei grandi del nostro campionato, ma questo non gli ha garantito un posto da titolare in nazionale nel cui giro è rientrato solo per un paio d’anni. Con lui, in quello stesso periodo storico, c’era un altro numero 1 di talento, Giovanni Galli, classe ‘58, che era nel giro dell’azzurro già dal 1980, come riserva di Dino Zoff. Enzo Bearzot, ct della nazionale di quegli anni, ha convocato Tancredi per le Olimpiadi del 1984, disputate a Los Angeles. Il portiere della Roma ha giocato cinque, delle sei gare in cui è stata impegnata l’Italia, che alla fine è arrivata quarta. Nel 1986 erano in programma i mondiali del Messico e, per quella competizione, Bearzot ha tenuto in ballottaggio, per oltre un anno, proprio il numero uno della Roma insieme con Giovanni Galli. Per tutte le gare che hanno preceduto la competizione, il tecnico azzurro, ha alternato i due portieri, facendo giocare loro mezza partita a testa, per decidere bene chi sarebbe stato il titolare ai mondiali. Alla fine, è stato Galli a vincere il posto da numero 1 azzurro per una competizione in cui non ha brillato nessuno nella squadra, tanto meno il portiere. Per questo, dopo il pareggio con l’Argentina, Bearzot aveva pensato di cambiare le gerarchie tra i pali, cosa che solo dopo il mondiale ha chiarito di non aver fatto perché non aveva voluto rischiare di buttare troppo giù moralmente Galli. Alla fine, le presenze di Tancredi in nazionale sono state 12, oltre alle 5 partite giocate con la squadra Olimpica. La sua ultima presenza nel gruppo azzurro risale proprio alla gara dei Mondiali del 1986, il 17 giugno.

 

LA CARRIERA DA PREPARATORE DEI PORTIERI

Nel 1991 Franco Tancredi ha dato l’addio al calcio giocato, ma è rimasto sui campi intraprendendo la carriera di preparatore dei portieri. Dopo l’anno al Torino, suo ultimo da professionista tra i pali, il portiere è rientrato a Roma ed ha cominciato la sua nuova attività come allenatore dei portieri. È partito dalle giovanili, per poi passare in pianta stabile in prima squadra, sotto la guida tecnica dei diversi allenatori che sono passati a Trigoria, da Carlos Bianchi a Mazzone a Zeman, Boskov, Ottavio Bianchi e anche con Nils Liedholm. Fino all’arrivo di Fabio Capello a Trigoria, con cui ha instaurato un rapporto speciale. Così quando il tecnico friulano ha lasciato la Roma, Tancredi, che ormai era parte del suo gruppo di lavoro, lo ha seguito alla Juventus, non senza qualche polemica da parte di parte dei tifosi giallorossi. Tancredi era stato il portiere della Roma del secondo scudetto e soprattutto della Roma eterna rivale dei bianconeri. Insieme con Capello è poi passato al Real Madrid. L’avventura in Spagna è durata fino al 2007, fino a quando l’allenatore di Pieris è stato sollevato dall’incarico e con lui tutto il suo staff. Nel 2008 Capello è diventato allenatore della nazionale inglese e Tancredi ancora una volta lo ha seguito. Il rapporto non si è interrotto, quando nel 2011, l’ex numero 1 giallorosso è tornato alla Roma, l’allenatore dei giallorossi era LuisEnrique, e fino al febbraio del 2012 è stato, contemporaneamente, anche nello staff della nazionale inglese. Esonerato Capello, qualche settimana dopo è andato via anche lui. A giugno dello stesso anno ha interrotto anche il rapporto con la Roma, ma ha rifiutato la chiamata di Capello, diventato ct della nazionale russa. Nel 2015, Tancredi, è stato preparatore dei portieri del Livorno, con Panucci allenatore che poi se l’è portato anche alla Ternana, nel 2016. Dal 2017 al 2018 ha invece provato un’esperienza in Cina, di nuovo nello staff di Capello, allo Jiangsu Suning.

Redazione