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De Rossi: “Chi critica non distingue un pallone da una noce di cocco”. Offerto triennale a Zabaleta

MONTPELLIER, FRANCE - JUNE 20:  Daniele De Rossi of Italy speaks with the media during a press conference at Casa Azzurri on June 20, 2016 in Lyon, France.  (Photo by Claudio Villa/Getty Images)

Il numero 16 si scaglia contro le critiche: «Quando la Roma vince senza di me si tende a dire “È fatta, ce lo siamo tolto di torno”. Non è corretto». Intanto Zabaleta riflette sulla proposta giallorossa. Ultimatum del Milan per El Shaarawy

Melania Giovannetti

Da Montpellier arriva dritto in porta un contropiede firmato Daniele De Rossi. Quando il centrocampista giallorosso apre bocca, è difficile che faccia dichiarazioni da zero a zero. Anzi. E anche questa volta il numero 16 della Roma – nel pomeriggio in conferenza stampa da Casa Azzurri – risponde senza peli sulla lingua a chi lo accusa di aver passeggiato in campo nell’ultima stagione: «Che passeggiavo e che fossi fuori dai piani di Conte e della Roma non era vero, ero solo infortunato. Quando la Roma vince senza di me si tende a dire “È fatta, ce lo siamo tolto di torno”. Non è corretto e non è la realtà».

DE ROSSI A 360° – Ma non è tutto. Già, perché dopo la prima stoccata arriva anche la seconda, con un destinatario speciale: il famoso ambiente romano di cui tanto si parla nella Capitale. «L’esperienza mi ha insegnato che chi ti giudica a volte non sa neanche di cosa sta parlando, c’è chi non riconoscerebbe un pallone da calcio da una noce di cocco – dichiara senza filtri De Rossi –. A Roma succede spesso. A volte non è neanche cattiveria, è proprio incompetenza. Bisogna essere rispettosi del lavoro altrui ed andarci con i piedi di piombo prima di sparare un giudizio su un giocatore». Intanto l’Italia di Conte è già agli ottavi di finale e aspetta di conoscere il prossimo avversario con la certezza di una retroguardia perfetta e di un ct diverso dagli altri: «La nostra difesa – continua il numero 16 – è la più forte del mondo: si conoscono bene e si completano a meraviglia. Conte? Un allenatore speciale». Un pensiero va anche al nuovo sindaco di Roma, Virginia Raggi: «Tifo per lei, come tiferei per altri al suo posto: in queste questioni non conta il tifo o lo schieramento politico, bisogna augurarci che vinca il bene della città». Parole che fanno eco a quelle del presidente Pallotta: «Congratulazioni a Virginia Raggi e auguri di buon lavoro in vista della dura sfida che la attende come nuovo sindaco di Roma».

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OFFERTO TRIENNALE A ZABALETA – Nel frattempo a Trigoria Sabatini cerca di costruire la nuova Roma da consegnare a Spalletti. Capitolo difesa: mentre van der Wiel si avvia verso il Fenerbahçe, Umtiti è ad un passo dal Barcellona e su Neustädter piombano anche alcuni club tedeschi. E così i giallorossi puntano tutti i riflettori su Pablo Zabaleta: secondo le ultime indiscrezioni di mercato, la Roma avrebbe già offerto un contratto triennale al terzino argentino, che si è preso qualche giorno per valutare la proposta. Non resta che attendere per avere novità.

NON SOLO DIFESA – Non c’è però da rinforzare soltanto il reparto arretrato. Mentre si lavora per riscattare El Shaarawy(oggi il Milan avrebbe dato l'ultimatum alla Roma: riscatto entro mercoledì, o il Faraone torna in rossonero), l’ultimo nome che orbita attorno ai colori giallorossi è quello di Patrick Schick, giovane centravanti dello Sparta Praga classe 1996. Le ultime voci danno in vantaggio la Sampdoria, eppure il suo procuratore Canovi non chiude affatto le porte al club di Trigoria: «Dipende tutto dalla Roma: se lo vuole lo prende. La prima scelta del giocatore è senza dubbio la Roma». A centrocampo intanto si monitora Pjaca e si pensa ancora a Vazquez, ma non si guarda soltanto al mercato in entrata. Già, perché Leandro Paredes potrebbe nuovamente lasciare Trigoria: Milan e Sampdoria le due opzioni. In attesa di diradare le nubi dal suo futuro calcistico, quello familiare è più sereno che mai: la compagna Camila ha annunciato oggi di essere incinta del secondo figlio dell’argentino. Una nuova cicogna in casa giallorossa. O forse rossonera, o blucerchiata. Chi lo sa.