europei 2016

De Rossi: “Chi mi giudica a Roma non distingue un pallone da una noce di cocco” – GALLERY

<> on June 20, 2016 in Montpellier, France.

Il centrocampista giallorosso torna a parlare in conferenza stampa da Casa Azzurri di Montpellier

Redazione

Mercoledì sera la Nazionale italiana di Antonio Conte scenderà in campo contro l'Irlanda con una certezza: avere già in mano il primo posto del gruppo E di Euro 2016. Nelle due gare precedenti contro Belgio e Svezia, Daniele De Rossi è sempre stato schierato da titolare: oggi il centrocampista giallorosso torna a parlare in conferenza stampa da Casa Azzurri.

Ecco le parole di Daniele De Rossi in conferenza stampa:

Mercoledì partita inutile contro l'Irlanda. Chi preferirebbe incontrare lunedì?

Partita inutile è sbagliato da dire. Arriveremo primi, ma la partita è importante. Non pensiamo a chi incontreremo negli ottavi. Dobbiamo pensare a questa partita. Chi gioca non lo sappiamo, ma è importante concludere il girone con 9 punti. Per noi che abbiamo giocato tanto è importante che si sentano partecipi tutti quanti.

Vi siete stancati di essere considerati solo aggressivi e non talentuosi?

Bisogna avere il giusto equilibrio nel giudicare e criticare. Siamo una squadra senza individualità che ruba l'occhio, senza Hazard o Ibrahimovic. Abbiamo altre qualità che tante altre squadre più blasonate non hanno. Una grossa compattezza, un grosso gruppo. Tante squadre hanno delle stelle, mentre qui c'è grande equilibrio tra qui gioca e chi subentra. Non è stato neanche negativo che non avessimo tutte le luci puntate su di noi, ora c'è più attenzione.

Sei sorpreso del successo della Raggi?

No, sorpreso no, era nell’aria. Un grande in bocca al lupo a lei e al suo staff. A Roma abbiamo bisogno di un cambio radicale. Le macerie alle spalle sono pesanti da smaltire. Roma ha bisogno di una risalita rapida, ha vissuto momenti di difficoltà. Vivendo in centro me ne sono reso conto ancora di più.

Hai detto che questa Nazionale non ha stelle. Perché non ti sei mai sentito una stella? Inizi a sentire la nostalgia di Conte?

Conte significa equilibrio, organizzazione. Questo è qualcosa che in campo pesa quasi di più di un giocatore bravo. Quello è sicuramente un vantaggio che abbiamo rispetto alle altre. Nostalgia? No, anzi, è abbastanza presente come figura! Non ci interessa cosa sarà il suo futuro, sappiamo della sua scelta da prima di questa avventura. Mi avrebbe sorpreso se fosse rimasto anni in Nazionale, è un animale da campo. Quando parlo di stelle parlo di chi fa innamorare i tifosi. Le stelle sono altre, anche il palmares parla per una stella.

Hai la sensazione di stare bene grazie a Conte? Stai uscendo nei finali perché sei stanco?

Quando ho parlato a Coverciano, la preparazione era già abbastanza chiara. Si vedevano già i frutti, si sentiva già la stanchezza. I frutti i stanno raccogliendo ora. Nei secondi tempi abbiamo sempre corso molto. Nella seconda partita era più difficile, ma anche lì abbiamo mantenuto un livello di aggressività e resistenza molto alto. Le mie sostituzioni? Decisioni dell’allenatore. Non so se valuta il mio stato fisico o meno. Non ho chiesto il cambio. Mi sento abbastanza bene, ma capisco che ci sono giocatori che possono dare un grande contributo. Ci atteniamo a rispettare le scelte del ct.

Si diceva 'De Rossi passeggia, De Rossi sta su una mattonella'. Ora è cambiato tutto con la chiamata di Conte, ora in Nazionale sei fondamentale. C'è una spiegazione a questa tua rinascita? C'è un motivo se sei tornato il De Rossi che non vedevamo da un po'?

Che passeggiavo e che fuori dai piani di Conte e della Roma lo dicevi tu, non lo diceva nessuno. Io ero infortunato. Mi sono infortunato 3 volte. Quest'anno per un periodo non ho giocato. Il fatto di essere fuori dai pensieri di un allenatore è che non posso giocare e non mi può prendere in considerazione se sono stirato. L'allenatore che va a preparare un Europeo prende in considerazione se un giocatore si è stirato 2 volte in un anno ed è spaventato di questo se deve fare una scelta irreversibile. Il discorso di cambio di valutazione è sempre vostra. E' dovuto un po' dai risultati, dal fatto che stiamo facendo tutti quanti belle partite e belle prestazioni. Ho passato periodi in cui ho giocato molto peggio di quanto fatto quest'anno con la Roma. Ho fatto ottime partite quest'anno, sono andato in linea con la mia squadra. Ho saltato tante partite per infortunio, alcune perché la mia squadra vinceva e non c'era bisogno di cambiare nulla. Quando la squadra vince senza di me a Roma si tende a dire "E' fatta, ce lo siamo tolti di torno". Non è corretto secondo me, anche se non mi offendo. Se si parlasse di un altro giocatore direi le stesse cose, questa non è la realtà. Qui vengo valutato in seguito a prestazioni belle ed entusiasmanti, mentre secondo me con la Roma ne ho fatte anche di migliori.

Per l’Irlanda sarà la partita della vita…

Potrebbe essere un problema che loro abbiano tutte le motivazioni del mondo e noi meno. Gli irlandesi sono conosciuti per la loro tempra. Nel prossimo scontro daranno ancora di più, non vogliamo farci trovare impreparati. Non faremo regali. Irlanda? È una squadra fisica con un attaccante forte e veloce. La solita Irlanda avrà ancora qualche fastidio in più da darci.

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I tre difensori che sono dietro di te?

Loro, sommati a Buffon, sono la difesa migliore del mondo. Il reparto difensivo migliore che ci sia, più omogeneo e complementare nel panorama mondiale. Anche presi uno per uno sono eccezionali. Sono sempre tra i più carismatici. Io faccio il mio ruolo di mediano davanti alla difesa. So di avere doti tattiche e difensive, cerco di fare arrivare meno palloni possibili a una difesa che saprebbe anche sbrigarsela da sola. Mi sento un quarto difensore aggiunto. E' sempre un lavoro di squadra, ma se dobbiamo scaglionare i reparti loro sono veramente fenomenali.

Qual è il tuo rapporto con Roma e con la Roma in questo momento?

E' ottimo, non c'è né malinconia né richieste di aiuto da parte mia nei confronti vostri. Sto benissimo. L'età mi ha aiutato anche a saper valutare le voci, le critiche e i giudizi. L'esperienza mi ha anche insegnato che chi ti giudica a volte non sa neanche di cosa sta parlando, non riconoscerebbe un pallone da calcio da una noce di cocco. A Sky abbiamo gente che ti fa innamorare quando parla di calcio, ma non sempre è così. A Roma purtroppo lo è spesso. So che queste mie parole non mi aiuteranno nei prossimi giudizi, ma a volte non è neanche cattiveria, a volte è proprio incompetenza. Penso di stare anche abbastanza simpatico alla maggior parte dei giornalisti, ho sempre avuto un rapporto normale, ma non posso attaccarmi a quella che è solo una parte della verità. Non sono mai stato uno che ha cercato di vendersi in una certa maniera dietro le quinte, come spesso succede tra calciatori e giornalisti. Non sempre c'è la capacità di saper analizzare una situazione, una partita, una giocata, un'annata, un infortunio, tutto quello che è relativo al calcio. Ho letto una meravigliosa intervista ad Adani pochi giorni fa, diceva che bisogna essere rispettosi e che bisogna andarci con i piedi di piombo. Parafrasando le sue parole, dietro c'è un lavoro delicato, ore di lavoro e sudore, a volte bisogna pensarci due volte prima di sparare un giudizio su un giocatore, un allenatore o un portiere. Tante volte non siamo neanche pronti a farlo. Già avere gente che lo mette in preventivo e che ha l'umiltà di rendersi conto e ha l'umiltà di spiegare una cosa già è un passo avanti. Se dovessi fare questo lavoro me ne ricorderò.

Le parole di Roy Keane.

I casi Germania e Spagna li ricordiamo come vincenti perché li abbiamo visti vincere. E’ un pochino presto. Siamo passati da grande sfiducia a mire molto altre. Magari un Roy Keane si può innamorare di una squadra come la nostra, mentre gli esteti tendono di più a rispecchiarsi nella Spagna. Bisogna vincere per essere ricordati. Lo stesso Leicester ha vinto, altrimenti lo avremmo dimenticato velocemente. La vittoria finale fa molta differenza rispetto a una grande impresa sfiorata.

La Raggi è la prima donna sindaco a Roma. Cosa può portare alla nostra città?

Mi auguro niente di diverso rispetto a quello che avrebbe dovuto portare un uomo. Non sono un politico, non ho le competenze per poter dare dei consigli e dire cosa deve fare o non deve fare. Io sono tifoso del sindaco, devo sperare che vinca la squadra del sindaco eletto perché la mia città ne avrà benefici. Non possiamo che sperare nient’altro. Non è un torneo di calcio, ora bisogna quanto meno dare una mano ed essere collaborativi. Noi possiamo solo sperare che il suo lavoro sia fruttuoso per i romani. Di più non possiamo fare.