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"Sapevo che Salah si era rifiutato di stringere la mano ai giocatori del Maccabi Tel Aviv quando giocava al Basilea e allora, quando mio figlio è stato chiamato per accompagnare i giocatori in Roma-Fiorentina di giovedì, ho chiesto che potesse farlo proprio con lui". La scelta di Lillo ha un perché: voleva che l'ingresso in campo del suo bambino Ariel, 6 anni, avesse un preciso significato, visto che è di religione ebraica. "Quando la ragazza ha preso mio figlio prima della gara, le ho chiesto se poteva andare con Salah e così è stato. Il mio è un piccolo gesto, ma mi piacerebbe che Salah sapesse che è entrato in campo con un bimbo ebreo e quando mio figlio sarà più grande glielo racconterò felice".
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