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Roma, un anno di Di Francesco: sei momenti chiave tra delusioni nazionali e imprese europee

Dario Marchetti

Il 10 aprile 2018 rimarrà una data indimenticabile nella storia della Roma. Gara di ritorno dei quarti di finale di Champions League contro il Barcellona. La sfida d’andata, persa per 4-1 al Camp Nou, aveva lasciato un senso di ingiustizia nella squadra giallorossa per il gioco espresso. L’Olimpico, nonostante la difficoltà dell’impresa, è sold out. Al termine dei 90 minuti il risultato finale è tanto incredibile quanto la formazione schierata da Di Francesco. Abbandona il sistema di gioco canonico per un inedito 3-4-2-1. Nainggolan torna a fare il trequartista, Schick comincia dal primo minuto e Jesus viene schierato nei tre centrali. Un all in che porta al 3-0 ai danni dei blaugrana e alla storica qualificazione alle semifinali di Chamions League. Obiettivo raggiunto solamente una volta e quando ancora si chiamava Coppa dei Campioni. “Un capolavoro tattico” viene definito dagli addetti ai lavori quello di Eusebio Di Francesco e gli applausi della sala stampa ricevuti al termine dell’impresa ne sono la prova. Da quella vittoria non viene più accostato l’aggettivo “integralista” al tecnico giallorosso, il quale sembra aver posto le basi per un progetto che adesso dovrà necessariamente portare a dei trofei.

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