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Pallotta vs Monchi: perde la Roma. Ma chi ha ragione?

Redazione

di Mirko Porcari

La vita ai tempi di internet. Panni sporchi che non si lavano in famiglia, ma davanti alla tribuna virtuale dei tifosi. Monchi che parla con tanto di diretta internet, Pallotta che risponde tramite il sito ufficiale: la lotta che era intestina cerca un vincitore, affidando al pubblico la scelta su chi ha più o meno ragione. O, meglio, chi ha meno torto. Sì, perché nella Roma c'è questo da cercare, un colpevole che a scadenza prenda lo scudo per proteggersi dal solito fallimento stagionale: inutile fare l'elenco, negli anni ne sono passati tanti, ma l'impressione è che nei piani alti il tentativo risulti sempre meno efficace. Monchi ha mille colpe, ci mancherebbe, ma sono troppe le domande che nel corso del tempo non hanno avuto risposta, a cominciare da quella più semplice: "Ma i collaboratori chi li sceglie?".

Pallotta ha preso le distanze dall'ex direttore sportivo, accollandogli in poche battute tutti i disastri di questi ultimi tempi: la procedura è ormai la stessa da anni, tanto semplice quanto standardizzata, e si basa sullo scarico di responsabilità più elementare. "Gli ho dato carta bianca, mettendogli in mano tutta la Roma", la giustificazione del Presidente, tanto per dare in pasto ai tifosi un'altra preda, continuando a navigare a vista e centellinando le apparizioni nella Capitale. L'importante, ovviamente, è che Boston come Londra restino lontane dall'orizzonte.

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