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L'ISTANTANEA di Novara-Roma. La pioggia, il sintetico e i teoremi di Euclide

(di Paolo Marcacci – ForzaRoma.info) Forse non tutti ricordano a memoria chi sia stato Euclide e, soprattutto, il contenuto dei suoi teoremi.

Redazione

(di Paolo Marcacci – ForzaRoma.info) Forse non tutti ricordano a memoria chi sia stato Euclide e, soprattutto, il contenuto dei suoi teoremi.

Meno che mai l'autore di questa rubrica, perennemente bocciato in matematica e geometria. Il fatto è che il calcio che ha giocato Fernando Gago sul terreno sintetico di Novara, sotto il nubifragio e in mezzo alla cavalleria spartana ma organizzata di Attilio Tesser, ci ha riportato alla mente gran parte delle proporzioni individuate dal grande matematico, spiegandocele peraltro molto meglio di tutti gli insegnanti che ci son toccati in sorte nelle ore trascorse sonnecchiando agli ultimi banchi:

 

  • È sempre possibile tracciare una retta tra due punti qualunque;
  • È sempre possibile prolungare una linea retta;
  • È sempre possibile costruire una circonferenza di centro e raggio qualunque (ossia è sempre possibile determinare una distanza maggiore o minore);
  • Tutti gli angoli retti sono tra loro congruenti;
  • Data una retta ed un punto esterno ad essa esiste un'unica retta parallela passante per detto punto.
  • Ecco, ora non chiedete di rispiegarli perché sarebbe chiedere troppo da parte vostra, però scommetto che la maggior parte di voi che avete letto questi teoremi, anche se per la prima volta, avrete certo ritrovato i loro contenuti nei novanta minuti che l'ex madridista ha non solo disputato ma anche "cesellato", "accarezzato", "pittato" sui trucioli finto-brillanti del "Silvio Piola", innaffiato si da Giove Pluvio ma reso fertile da Fernando l'euclideo, in una serata che di grande ha offerto molto poco, neppure le dimensioni del campo, in verità. Primo tempo complessivamente orripilante, perennemente traccheggiato dalla Roma, che manco il Portogallo di Jordao negli anni Ottanta; ripresa più divertente, un filino più spettacolare, occasioni da entrambe le parti e alla fine appaganti, perché si è vinto, anche al di là del come, ma è un dibattito che non dimentichiamo di intavolare, anche perché sentiamo in giro panegirici che ci sembrano intempestivi e di conseguenza pericolosi.

    Però, c'è stata una costante nel corso di tutta la partita: l'ordine all'interno del disordine, la lucidità dentro al caos, la precisione tra le cose improvvisate, gli spazi liberi in mezzo all'intasamento scientemente perseguito da Tesser. Stavo per scrivere che Gago si è preso il pallone ogni volta che ce n'è stato bisogno, ma è più corretto dire che s'è fatto trovare dal pallone, ogni volta che ce n'è stato bisogno; ogni volta l'ha restituito lucido, non per le gocce di pioggia ma perché nel giocarlo ha sempre reinventato l'azione, restituendole per quanto gli è stato possibile un senso logico e una possibilità di sviluppo. E poi ha pure "menato", nel suo piccolo, passateci un termine che Euclide non capirebbe: nel finale del primo tempo con grandissima freddezza è andato a tamponare un'offensiva novarese lungo l'out sinistro, nel secondo ha sradicato il pallone che ha stroncato sul nascere la ripartenza dei padroni di casa, con tocco a beneficio di Pjanic il quale ha poi sontuosamente innescato l'inserimento di Bojan per lo zero a uno. Che dire di più? Niente, se non che la prossima volta che pretenderanno di farci studiare geometria pretendiamo un professore come Gago.