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rassegna stampa

Villar, regia spagnola per un capolavoro: “Fidatevi di me”

LaPresse

A febbraio 2020 l’esordio, ora è già un leader della Roma. "La palla è roba mia"

Redazione

Il primo febbraio dello scorso anno, una specie di alieno in maglia giallorossa planò sul pianeta Roma. Aveva 21 anni e veniva dall’Elche, Serie B spagnola. Un biglietto da visita abbastanza modesto per una squadra ambiziosa come quella di Fonseca. Gonzalo Villar, a un anno di distanza da quel febbraio pre-pandemia, è diventato uno dei punti fissi della Roma, tanto da catalizzare l’interesse di tutto il mondo del calcio.

Oggi contro l’Udinese allo spagnolo viene chiesta una conferma importante, ma il giovane regista ha fiducia, come pochi giorni fa ha raccontato in una intervista ad AS. "In Spagna non ero tanto considerato, qui invece mi sento valorizzato al massimo. Il mio obiettivo è quello di essere un giocatore importante". Gonzalo sembra apprendere in fretta, anche se da di dover crescere. "Credo di essere cresciuto in personalità. Nelle giovanili difendevo poco, mi sentivo un giocatore di qualità, è sempre stato il mio partner di reparto a fare il lavoro sporco. Però poi mi sono reso conto che nel calcio di oggi non è possibile. Oltre a lavorare il pallone, devo fare più lavoro difensivo. È una delle cose in cui mi sono dovuto sforzare. Al Valencia c’era un allenatore che mi ha detto che questa conduzione di palla non avrei potuto averla anche nel calcio professionistico e avrei dovuto giocare a due tocchi. Mi piace ricevere consigli, però se vedo che non funzionano allora li analizzo e decido se prenderli in considerazione o meno. Credo sia un fattore chiave nel calcio di oggi, sia fisico che tattico, dove non ci sono sbocchi, che un centrocampista riceva palla tra due avversari e riesca a liberarsi, superare la linea e dialogare col compagno. Se ne superi due sei già sicuramente 9 contro 11 e si genera il vantaggio".

Il punto di arrivo, però, è ancora lontano. "A livello fisico mi sento migliorato, ma più che nel tiro, forse, dovrei arrivare di più in area per aiutare la squadra con i gol. D’altronde, sono ancora agli inizi, non ho ancora fatto niente nel calcio, ma sono ambizioso e ho ancora molto da imparare". Il primo anno di scuola, comunque, è da voti alti.