Dici "Dutch Sniper" e ti viene in mente lui: Andy Van der Meyde. Sregolato, indisciplinato, uno "zoo dentro casa per colpa della moglie" e problemi più gravi ora superati: alcol, depressione, droga. Ex ala di Inter e Ajax dai colpi speciali, nel 2003 fulminò la Roma all’Olimpico dopo 33 secondi. One shot. "Salto l’uomo e calcio col destro: palla all’incrocio. Sapevo che avrei fatto gol". Festeggiato imbracciando un fucile immaginario.
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Van der Meyde: “La mia ex squadra può vincere la Coppa, ma la Roma è tosta”
Nel 2003 fulminò la Roma all’Olimpico: "Le corse con Ibra, quel gol all’Olimpico e l’Inter... quanti ricordi. E rimpianti: da giovane ero matto"
Perché quell’esultanza?
"Per gioco. Una volta sparai in aria con alcuni cacciatori, avevano ospitato me e la mia ex moglie in una fattoria" dice Van der Meyde intervistato da Francesco Petrella su La Gazzetta dello Sport.
A proposito di Roma, ricorda la partita dell’Olimpico?
"Impossibile dimenticare, ero immarcabile (ride ancora). Marzo 2003, seconda fase a gironi. Io, Maxwell, Pienaar, Chivu, Van der Vaart, Ibra. Ci chiamavano i ragazzi terribili, sfrontati e forti. Bei tempi".
Questo Ajax le ricorda il suo?
"Un po’ sì. È pieno di talento. Pensi a Antony e Neres, quante altre squadre hanno due ali così? Poi Brobbey, Tadic, Martinez, Klaassen. Ten Hag ha plasmato una sorta di Barça all’olandese".
Quindi la Roma ha poche speranze?
"L’Ajax è favorito, può vincere l’Europa League. La sua miglior qualità è il gioco di posizione: i giocatori occupano tutto il campo e l’idea di base è quella di dominare il gioco. Tanti tocchi, pressing costante e palla agli esterni, imprevedibili, dribblomani e veloci".
Il maggior talento?
"Ryan Gravenberch. 18 anni, tuttocampista, se fossi una big lo prenderei subito".
Pronostico secco?
"Vince l’Ajax, ma senza goleade. Anche la Roma è tosta".
Lei ci è mai stato vicino?
"Nel 2005, dopo l’Inter. Niente di concreto però. Ho sfiorato anche la Juve. Mi voleva Capello, ma scelsi l’Everton».
Se le dico Ibra a cosa pensa?
"Alle famose corse in macchina per Amsterdam. Zlatan aveva una Mercedes, Mido una BMW. Ogni tanto prendevano le auto e si sfidavano ad alta velocità. Eravamo ragazzi…".
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