rassegna stampa

Il tesoro del Milan. Da El Shaarawy ecco 16 milioni per regalare Romagnoli a Mihajlovic

Con i soldi della cessione del Faraone al Monaco ora Galliani tenta il colpo decisivo per portare il difensore in rossonero

Redazione

Ciao al Faraone, aspettando Romagnoli. E strizzando l’occhio a Ibra. Il weekend rossonero regala un malinconico saluto e un pieno di speranze. Stephan El Shaarawy da domani sarà un giocatore del Monaco. Ieri mattina ha salutato i compagni dopo il sì intorno alla mezzanotte di venerdì. L’interesse del club monegasco era sotto traccia da mesi. Già a gennaio c’era stato un sondaggio su input di Jardim, ma fu vanificato dall’ennesimo infortunio. Stavolta tutto è filato liscio dopo la cessione di Ferreira Carrasco all’Atletico Madrid. In questo caso l’intermediario Federico Pastorello ha potuto accelerare i lavori in incubazione da tempo con un blitz a Ibiza dove ha raggiunto Adriano Galliani per una trattativa lampo: intesa raggiunta in poche ore. L’operazione è così congegnata: il Monaco prende in prestito El Shaarawy per 3 milioni e si impegna a riscattarlo a fine stagione per 13 a patto che l’attaccante giochi ameno 15 gare. Una condizione relativa, considerando che il tecnico portoghese garantisce al Faraone una maglia da titolare. E ciò spiega l’assenso immediato del giocatore che, dopo le visite mediche di domani, si appresta a sottoscrivere un contratto sino al 2020 da 3 milioni netti a stagione (ora ne guadagna 2,4). A questo proposito va sottolineato che con questo affare da 16 milioni il club rossonero realizza una plusvalenza, consolazione parziale per una cessione comunque dolorosa. Su di lui c’erano tante aspettative, purtroppo non soddisfatte nelle ultime due stagioni. Stasera Stephan sbarca nel Principato, prima di mettersi a disposizione dello staff sanitario e, se tutto va bene, aggregarsi ai nuovi compagni già domani sera.

IN DIFESA Dopo la cessione di Rami al Siviglia, la partenza del Faraone porta a casa un altro gruzzolo indispensabile per finanziare il resto della campagna acquisti. In attacco Mihajlovic ha giocatori in abbondanza, tant’è vero che la voce uscite prevede nuovi aggiornamenti. Ci sono dei contatti dalla Liga per Suso, ma occhio anche a Cerci. Discorso diverso per il pacchetto arretrato, visto che il «reintegro» di Mexes non basta al tecnico serbo per far quadrare i conti. Lui ha fatto esplicitamente il nome di Alessio Romagnoli, l’Under 21 che proprio con Sinisa alla Samp ha disputato un campionato da autentica rivelazione. Ora è tornato alla Roma, ma in una condizione quasi surreale. Il club giallorosso lo ritiene fondamentale e per questo lo giudica incedibile. Non a caso ripetuti colloqui degli ultimi tempi tra Galliani e Sabatini quello su Romagnoli è diventato quasi un ritornello: «Mi dispiace Adriano ma Romagnoli non è in vendita». Il muro alzato dal manager giallorosso è la prova che non c’è ancora aria di affari su questo argomento. Eppure il giocatore non vive giorni sereni. Aspettando che Castan confermi di essere tornato al meglio della condizione, Garcia si tiene stretto il giovane gioiello, sebbene sia il primo a sapere di non potergli concedere particolari opportunità tecniche. Eppure va risolto il problema del contratto: ora Alessio guadagna 400 mila euro e da Trigoria non arrivano segnali di ricche offerte per il rinnovo. Invece si sussurra che da sponda Milan siano pronti a prospettargli un ingaggio intorno a 1,5 milioni di euro. Un bel salto che certo confonde le idee al ragazzo.

LE ESIGENZEEppure la Roma non può permettersi di dare via un’altra gemma del vivaio, prima di aver sistemato i tanti attaccanti in esubero: Doumbia come Gervinho, Ljajic, Destro e via dicendo. Questo ostacolo di natura politica complica i piani rossoneri. Tant’è vero che l’offerta di 18 milioni più 2 di bonus non è stata neanche presa in considerazione, mentre i ben informati nella capitale parlano di un prezzo superiore ai 30 milioni. Solite schermaglie per un canovaccio che prevede di sicuro nuovi contatti la prossima settimana. Ovviamente il Milan spera di portare a casa il più presto possibile il mancino tanto caro a Sinisa, ma mette nel conto che la pratica possa avere tempi medio-lunghi. Del resto la rosa rossonera non è certo sguarnita, non stiamo parlando di urgenze: soprattutto in questa fase. È altrettanto evidente, però, che nel progetto di rafforzamento l’ingaggio di un talento verde come Romagnoli rappresenti un ideale passaggio di consegne dopo il sacrificio di El Shaarawy.

LE SPERANZE Nell’agenda di Galliani la parola centrocampista, invece, non trova per ora spazio. In questo reparto occorrono altre partenze per pensare di far posto a nuovi arrivi. Così l’interesse per Gündogan, oltre che per Witsel, passa fatalmente in secondo piano. Merita un’eccezione, invece, l’affaire-Ibrahimovic. Il feeling con lo svedese è ormai esplicito, Galliani monitora giornalmente la vicenda con Mino Raiola, agente di Zlatan. In attesa che il Psg centri il grande colpo tanto atteso (Cristiano Ronaldo è in cima alla lista di Al-Thani) in via Aldo Rossi lavorano sotto traccia con speranze crescenti. E a conferma che la vicenda è al centro degli interessi della Milano calcistica proprio ieri Roberto Mancini in conferenza-stampa ha fatto un’ammissione non da poco: «Se torna Ibrahimovic il Milan va considerato come favorito nella lotta per lo scudetto». Presa di coscienza o scaramanzia?