Kevin Strootman in Champions League all’Olimpico non ci ha mai giocato e per l’occasione spera che quella di stasera sia una serata speciale. E per far sì che sia davvero così, il centrocampista olandese ha lanciato un appello personale: «Il Dragão all’andata è stato praticamente il dodicesimo uomo in campo. Spero che stasera vengano anche tanti nostri tifosi all’Olimpico. In tal caso non dico che per noi sarà più facile, ma magari sarà meno difficile. Questo sì...». La speranza di Kevin è però destinata a rimanere vana, visto che le previsioni per stasera parlano di circa 30mila persone.
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Strootman: “Niente calcoli. Dobbiamo vincere”
"Non possiamo pensare di difenderci, quello eventualmente è un pensiero che possiamo iniziare a considerare solo a venti minuti dalla fine. Sarà una sfida dura, dovremo essere fisicamente al top"
Chi ci sarà vivrà la prima casalinga in Champions dell’olandese, che finora ha giocato 7 scellerati minuti a Mosca nel 2014 e la sfida di Oporto. Una partita, quella dell’andata, in cui Strootman ha messo in campo tutta la sua personalità e la sua cattiveria agonistica, arrivando anche a dirsi qualche parolina di troppo nel finale con Herrera, ricorda Andrea Pugliese su "La Gazzetta dello Sport". «Non so se quell’episodio ha lasciato delle scorie, magari sì. Ma sono cose che succedono in campo, vedremo. Di certo c’è che è una partita che vogliamo vincere, perché è importante per noi e per il club, visto i tanti milioni che ci sono in palio».
Ed allora non bisognerà fare calcoli, cancellare dalla testa il fatto che basta anche lo 0-0 per passare. «Ed infatti noi dobbiamo entrare in campo per giocare, fare gol e vincere. Non possiamo pensare di difenderci, quello eventualmente è un pensiero che possiamo iniziare a considerare solo a venti minuti dalla fine. Sarà una sfida dura, dovremo essere fisicamente al top...». E lui che non disputava due partite in tre giorni da una vita, stasera giocherà la terza in meno di una settimana («Pensate che io di gare di seguito gliene voglio far fare trenta, ne mancano ancora 27», ha commentato Spalletti). «Ancora non sono al 100%, ma fisicamente mi sento bene e i miei compagni mi aiutano in tutto — continua il centrocampista olandese — E non mi interessa dove mi chiede di giocare Spalletti, va bene tutto anche perché noi con lui sappiamo cosa dobbiamo fare in qualsiasi posizione del campo ci schiera».
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