Spalletti cala il poker una sequenza di vittorie che mancava da ottobre. Non male come inizio. Ed i tre punti di ieri sera,. come evidenzia Andrea Elefante su La Gazzetta dello Sport, non si porta dietro neanche il dubbio dell’amica fortuna, come quelle contro Sassuolo e Samp.
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Spalletti ingrana la quarta. E con Dzeko la Roma è terza
Si sono visti segnali di una squadra che comincia a star meglio anche di gambe, se stavolta nell’ultima mezzora non è calata, ma anzi ha vinto la partita
Si sono visti segnali di una squadra che comincia a star meglio anche di gambe, se stavolta nell’ultima mezzora non è calata, ma anzi ha vinto la partita, dando un senso al suo record stagionale di possesso palla (73%).
In due minuti Salah ha fatto saltare il tappo di una bottiglia che stava cercando di agitare assieme a Pjanic e Nainggolan. E quella domanda che stava assillando un po' tutti: Dzeko o non Dzeko? La risposta è stata il gol del 2-1 del bosniaco, che non segnava in azione in campionato dal 30 agosto.
Spalletti aveva rinunciato sia a Pjanic che a Keita, con una scelta precisa: passare dalla libertà degli zero riferimenti di un tourbillon offensivo frullato da Salah, Perotti e El Shaarawy agli obblighi dell’avere il massimo riferimento offensivo.
Alla Roma sarebbe servito iniziare prima la ricerca di El Shaarawy, inizialmente larghissimo e troppo defilato a sinistra. Ma soprattutto, per trovare spazi utili, avere di fronte un Carpi molto meno compatto e capace di intasarli: rapidissimo a disegnare una linea a cinque dietro con gli arretramenti di Sabelli e Letizia;
Alla distanza sono emersi la maggior qualità della Roma e gli scollamenti di un Carpi che in venti giorni ha affrontato quasi tutta la nobilità del campionato.
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