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rassegna stampa

Spalletti, addio tra i fischi: “Totti? Forse ho sbagliato”

L’Olimpico non perdona al tecnico il trattamento del capitano. Lui riconosce gli errori nel «dosaggio»: già scritto il futuro all’Inter

Redazione

La giornata di ieri ha dimostrato che almeno a Roma esiste qualcosa oltre un trofeo, esiste un sentimento. E Spalletti, che stamattina berrà un caffè con James Pallotta comunicandogli il segreto di Pulcinella, ovvero l’addio e le seconde nozze con l’Inter, a torto o a ragione – non è lì il punto – sarà ricordato a Roma come il tecnico che ha messo fine a un sogno, alla carriera del simbolo, come l’uomo che ha maneggiato con la ragione quello che solitamente andrebbe manovrato con il cuore.

Come riportato nell'edizione odierna de "La Gazzetta dello Sport", così saluta Spalletti, immerso in uno stadio pieno all’inverosimile per Totti e lui che veniva inondato di fischi prima all’annuncio delle formazioni e poi ogni volta che il maxischermo, per sbaglio o per scelta, andava lì a inquadrarlo.

"Forse ho sbagliato nel suo utilizzo in questo anno e mezzo – ha detto il tecnico –, ma attraverso lui volevo stimolare la squadra, la crescita degli altri giocatori, perché l’esaltazione continua di Totti poteva diventare un limite. Magari ho sbagliato nel dosaggio, a volte sono andato oltre. Sono i ruoli, andava fatto così. Francesco è un bravissimo ragazzo, forse gli ho creato alcune difficoltà, ma l’obiettivo era dare qualcosa in più alla Roma tutta per costruire un futuro senza di lui. E penso di esserci riuscito, abbiamo guadagnato punti su tante squadre dal giorno del mio arrivo, essere arrivato secondo dietro questa Juve è un grandissimo risultato". Dicotomia infinita, l’allenatore e l’anti Totti: "È stata una festa incredibile, se Francesco come credo dovesse smettere di giocare sarebbe una perdita da colmare: ottavo re di Roma è poco, lui è un imperatore – ancora Spalletti –. Ho parlato con lui in settimana, credo sarebbe giusto facesse il vicepresidente, penso si sia convinto a mettersi a disposizione per qualcosa di importante in questa società".

(D. Stoppini)