Da una parte Roma, intesa come viale Tolstoj, dove c’è la nuova sede del club, e intesa anche come Campidoglio. Dall’altra Boston, dove il presidente Pallotta, senza sosta, è impegnato sul progetto stadio e sull’acquisizione dei terreni di Tor di Valle, da solo o con altri soci. E infine Torino, dove il Politecnico sta ultimando la relazione chiesta dalla sindaca Raggi sulla mobilità. L’atto, atteso entro la prossima settimana - dal 9 gennaio ogni giorno è buono - avrà un importante impatto politico, ma non sarà vincolante, scrive Chiara Zucchelli su "La Gazzetta dello Sport". Ecco perché la Roma attende serena, senza preoccupazioni per il presunto ritardo nell’invio della relazione.
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Scatta il conto alla rovescia per il nuovo stadio
Il Politecnico di Torino sta ultimando i lavori: la società è serena e spera di cominciare a scavare entro la fine del 2019
Le integrazioni documentali che sono state inviate a Torino, infatti, non sono state mandate tutte in una sola occasione, ma in più date, alcune a ridosso di Natale. Ecco perché negli accordi contrattuali era già prevista una proroga. Tutto nella norma, dunque, anche se, come logico, i ritardi a Pallotta piacciono poco. Fosse stato per lui a Tor di Valle già sarebbero iniziati i lavori, lo scandalo legato a Parnasi e ad Eurnova, oltre ai tempi della burocrazia italiana, lo hanno lasciato perplesso, ma con l’inizio del nuovo anno il presidente della Roma è convinto di vedere la luce in fondo al tunnel. Un tunnel iniziato oltre 2.500 giorni fa (2.537 per la precisione) e che poco più di un anno fa, era il 5 dicembre 2017, aveva visto la Conferenza dei Servizi approvare tutto il progetto. La strada da percorrere sembrava ancora parecchia, ma in discesa, poi i problemi di Parnasi, il socio scelto da Pallotta, hanno rallentato tutto. Le indagini hanno sempre escluso qualsiasi coinvolgimento del manager di Boston, dei suoi collaboratori e della Roma stessa, che anzi si è messa a disposizione delle autorità per chiarire la propria posizione. Ecco perché il club pretende che il diritto a costruire lo stadio venga messo in pratica quanto prima.
I tempi, però, non sono rapidissimi. E’ questione di quando, per la Roma, e non di se, pertanto entro la primavera è attesa l’approvazione della variante urbanistica e la stesura della convenzione, il contratto che regolerà il rapporto tra l’anima pubblica e privata. A quel punto dovranno passare altri sei mesi per la bonifica del sito, la stesura dei contratti e i bandi europei per le infrastrutture. La volontà di tutti i soggetti è quella di iniziare a scavare entro la fine del 2019, ritrovamenti archeologici permettendo, per poi impiegare circa due anni per la costruzione vera e propria dell’impianto.
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