rassegna stampa

Sacchi: Questo Dortmund ci dice che il gioco non si compra

La prima semifinale di Champions ha sentenziato imprevedibilmente lo strapotere tedesco su quello spagnolo che in questi anni aveva dominato.

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La prima semifinale di Champions ha sentenziato imprevedibilmente lo strapotere tedesco su quello spagnolo che in questi anni aveva dominato. Il Barcellona di Messi ? stato travolto dal Bayern subendo una sonora sconfitta sia nel risultato (4-0) sia nel gioco. Gli uomini di Heynckes hanno confermato tutto quello che di buono si era constatato durante l'anno e purtroppo anche nell'incontro con la Juventus. Il Bayern oggi ? una macchina infernale: un mix di organizzazione, di gioco, che ne moltiplica capacit? individuali, forza, soluzioni ed autostima. Tutti i giocatori si muovono collettivamente in modo sinergico compatto ed organico, esaltando personalit?, fantasia e fisicit?. Tutto questo agevola la tecnica e ne riduce la fatica che viene divisa in parti uguali.

L'organizzazione, il pressing furioso e continuo, la capacit? di difendersi correndo in avanti per pochi metri e non rinculando per 50/60 metri consente di risparmiare energie e di condizionare gli avversari anche quando sono in possesso palla. I giocatori tedeschi impediscono le ripartenze avversarie grazie a chiusure preventive, marcature a scalare che bloccano immediatamente il rivale. Oggi tutti partecipano attivamente, anche i reprobi Gomez e Robben, esaltati da un gioco che li alimenta.

Il calcio totale dei tedeschi si ? confrontato con il calcio totale attuato del Barcellona ma al momento deficitario di idee, carica agonistica, e con uno stato di forma e pressing insufficiente. Il Bar?a per recuperare dovr? compiere una ?remuntada? storica per? si dovr? ricordare la lezione del Maestro Guardiola contro un avversario scoppiettante di salute. Se il 4 a 0 del Bayern ? stato sorprendente che cosa dire del 4 a 1 del Borussia Dortmund contro il grande Real Madrid? Forse nessuno si aspettava risultati cos? roboanti per? meravigliarsi della crescita del calcio tedesco significa non conoscere il calcio internazionale. Dopo le riforme attuate nel 2000 dalla Federazione tedesca e lo straordinario lavoro svolto dalle loro Accademy i tedeschi sono arrivati terzi al mondiale, due volte in finale in Champions negli ultimi 3 anni e quasi imbattibili a livello giovanile dove con la Under 21, 19 e 17 sono stati diverse volte campioni d'Europa.

Non so se il Dortmund riuscir? ad evitare la remuntada: novanta minuti al Bernabeu possono essere molto lunghi, per? credo che la vittoria degli uomini di Klopp dovrebbe far capire a tutti che si pu? essere competitivi anche con bilanci corretti e con una squadra di ragazzi o sconosciuti acquistati con pochi euro, allevati e cresciuti attraverso le idee e quello straordinario moltiplicatore che ? il gioco. Il Borussia spende meno delle nostre piccole, non aveva giocatori celebri (i famosi top player) per? ? arrivata in semifinale giocando un calcio sontuoso, generoso, collettivo, bello, divertente e vincente. Un gruppo che si esalta nell'interpretazione del calcio totale nonostante una qualit? tecnica individuale non elevata.

Lavoro, idee, gioco, organizzazione, innovazione e rinnovamento sono i presupposti fondamentali per spendere poco, avere risultati eclatanti e far crescere i vari Lewandowsky, Reus e Goetze del futuro. Per? questo sar? di difficile comprensione nel nostro paese dove si ? quasi sempre cercato la vittoria disconoscendo i valori sopracitati e puntando tutto o quasi su gli acquisti roboanti (top player) e i debiti. Purtroppo il gioco non si compra, si crea prima di tutto con le idee, il lavoro e l'impegno, poi con giocatori funzionali al progetto tecnico e professionali, indi se hanno anche talento meglio. Ma questo viene dopo.