Grazie Roma e grazie Dzeko. Juve e Roma ai quarti, due italiane su otto, il 25 per cento della torta. Non succedeva dalla stagione 2006-2007, quando tra le magnifiche otto entrarono Milan e Roma, e il Milan vinse poi la Coppa. La Roma mancava i quarti da dieci anni, dal 2008. Ieri si è qualificata con sofferenza e intelligenza. Decisivo Dzeko, col gol della vittoria e con lo strappo che ha portato all’espulsione di Ordets.
rassegna stampa
Roma, quarti di nobiltà. Dopo dieci anni si qualifica con Dzeko: bye bye Shakhtar
Il bosniaco mette a nudo i limiti ucraini, gran possesso palla e 0 tiri in porta. Dal ‘07 mancavano 2 italiane ai quarti
Roma con sistema di gioco a modulazione variabile, di base un 4-3-3 che evolveva in 4-1-4-1 a seconda delle fasi, con De Rossi guardiano del faro davanti alla difesa. Nainggolan però si muoveva di frequente a virgola dal centro-destra a ridosso dell’area, dietro Dzeko. Mutazioni continue che poco hanno fruttato perché lo Shakhtar si è mostrato per quello che è, una squadra abile e svelta di piedi, organizzata in un 4-2-3-1 tutto mulinelli e pressione alta. Gli ucraini tenevano su la linea difensiva, la Roma di frequente cadeva in fuorigioco.
Al primo vero errore ucraino, la Roma è passata. Uno sbaglio legato al fuorigioco, la cui applicazione fin lì era stata aritmetica. Sul lancio di Strootman, il terzino destro Butko si è appisolato e ha tenuto in gioco Dzeko. Il bosniaco è volato via e ha battuto Pyatov in ritardata uscita. L’1-0 ha rovesciato la psicologia della partita, la Roma si è liberata dell’ansia da inseguimento e il peso della rimonta si è scaricato sullo Shakhtar, sempre più prigioniero del suo possesso. Come cambiano le cose in base al risultato. Quel che prima sembrava bello, il pregiato titic-titoc di Bernard e compagni, all’improvviso è apparso sterile, un trastullo onanistico. Lo Shakhtar ha estremizzato il tiqui-taca e l’ha buttata in caciara con provocazioni da calcio di strada, ma chi non tira non segna. Ai quarti va la Roma di Dzeko, il santo tiratore.
(S. Vernazza)
© RIPRODUZIONE RISERVATA