La nuova ricerca di Kpmg, che calcola l’Enterprise Value , il valore d’impresa, dei 32 migliori club, l’élite del calcio europeo, racconta che esso è cresciuto per il quarto anno consecutivo, cioè da quando lo studio viene elaborato: +12% al 1° gennaio 2020 rispetto al 1° gennaio 2019. La cattiva notizia è che per la prima volta nella Top Ten delle società più pregiate non figura nessuna italiana: la Juventus, che era decima, è scivolata di una posizione, nonostante un aumento del 12%, cioè in perfetta media europea, del suo valore d’impresa che ora viene fissato in un miliardo e 735 milioni di euro.
rassegna stampa
Roma, cresciuto il valore del club in un anno. Ma col Covid si rischiano perdite del 30%
L'analisi di Kpmg sul valore d'impresa dei primi 32 migliori club d'Europa: quello dei giallorossi è di 602 milioni di euro
L’analisi Kpmg si basa su un algoritmo che tiene in considerazione dati e informazioni di carattere finanziario e non solo, naturalmente anche valutazioni sportive. I parametri base sono relativi alla redditività dei club, al loro potenziale calcistico, alla popolarità a livello social, al valore dei diritti televisivi e a quello di mercato dei giocatori, al costo del lavoro, alla proprietà degli stadi e al loro riempimento.
La Juventus esce dalle prime dieci. In netta crescita ricavi e followers sui social, ad appesantire la valutazione della società è l’incidenza del costo del lavoro sul fatturato, che è salito a un preoccupante 71% rispetto al 64% dell’anno precedente. È la peggiore performance fra le prime undici.
Seconda squadra italiana, dietro la Juventus si sta facendo largo a grande velocità l’Inter. Il club nerazzurro è ora al 14° posto della classifica europea, guadagnando una sola posizione ma facendo registrare un aumento di valore record: più 42% in un anno, soltanto Galatasaray e Paris St. Germain hanno fatto meglio. L’Inter si colloca al terzo posto anche fra i club maggiormente cresciuti nel quadriennio: un più 146% ottenuto grazie agli investimenti di Suning, allo sviluppo (+168%) delle entrate commerciali, all’esplosione sui social (+353%, primo posto assoluto nella crescita di followers, con la Juventus al terzo posto) e al contenimento del monte stipendi (dal 69% al 53% l’incidenza sul fatturato). Disastrosi, al contrario, i numeri del Milan: è l’unica società, fra le 32 migliori d’Europa, ad avere visto diminuire il proprio valore negli ultimi quattro anni (-3%). In questo periodo ha accumulato perdite operative record per 442 milioni (Ebit). Con i risultati sportivi che sappiamo. Oggi il suo valore è crollato a 526 milioni (22° in classifica), inferiore a quelli di Roma (602 milioni e +17% rispetto al 2019) e Napoli presenti in classifica al 16° e 17° posto, mentre la Lazio si sistema in 28a posizione.
Inevitabilmente, queste magnifiche sorti e progressive dell’Europa del calcio subiranno un brusco stop dagli effetti della pandemia. Per la prima volta l’anno prossimo dovremo analizzare la decrescita del valore delle società. Impossibile oggi effettuare calcoli certi sull’entità dell’impatto Covid, Kpmg si è già cimentata in una ricerca sulle conseguenze della crisi sul valore di mercato dei calciatori, stimando un calo del 26,5% in caso di cancellazione della stagione in corso e del 17,7% se si riuscisse a riprendere e concludere i campionati. La perdita in Borsa delle società quotate più importanti, Manchester United e Juventus, già si aggira intorno al 20-25%. Che poi è la stessa percentuale di calo del valore d’impresa oggi azzardata negli uffici di Kpmg. Ma il virus, anche nel calcio, non sarà uguale per tutti: le società maggiormente patrimonializzate e senza problemi di liquidità (le inglesi e le tedesche) dovrebbero contenere le perdite intorno al 15%, mentre quelle più indebitate, come la Roma, per non fare nomi, potranno arrivare a cedere oltre il 30%.
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