rassegna stampa

Riecco Stekelenburg: tante illusioni e nessun rimpianto

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Per la prima volta il numero uno olandese contro il suo passato: "Ma se sono ancora qui è merito mio"

Redazione

Alcuni colleghi italiani gli suggerivano Emiliano Viviano, Luis Enrique voleva Kameni, come al solito, scrive Chiara Zucchelli su La Gazzetta dello Sport, Walter Sabatinifece di testa propria e nella sua prima Roma, dieci anni fa, scelse come portiere Maarten Stekelenburg, primo olandese a vestire la maglia giallorossa. Il profilo era perfetto: titolare dell’Ajax, costo complessivo inferiore ai 10 milioni, vice campione del mondo con gli Orange, tanta voglia di mettersi alla prova in un nuovo campionato.

L’intuito di Sabatini, però, non lo premiò. Perché il portiere che con ogni probabilità domani sera difenderà la porta dell’Ajax, cercando di aiutare la squadra di ten Hag nella rimonta, nella Capitale è stato poco più che un fuoco di paglia. Ora che sta per chiudere la carriera Stekeleburg ricorda con affetto, ma senza rimpianti, il periodo romano. In un’intervista di qualche giorno fa ha detto: "Se alla mia età gioco ancora è perché sono e sono sempre stato un professionista. Ogni tanto bevo una birra, ma si sa come vanno queste cose. Se la gente parla una bottiglia diventa una cassa intera". Vero, peccato però che nei suoi anni a Roma (andò via nel 2013) di parole ne disse ben poche, pochissime in italiano, che non imparò mai.