rassegna stampa

Pellegrini titolare, lo manda De Rossi: “Ho il numero 16…”

Il centrocampista giallorosso sarà titolare per la prima volta nella gara contro l'Inghilterra

Redazione

Strana la vita. Proprio il giorno in cui Lorenzo Pellegrini nasceva, Manchester diventava uno dei capolinea delle ambizioni azzurre. Era il 19 giugno 1996 quando l’Italia, pareggiando 0-0 contro la Germania, veniva eliminata da un Europeo a cui eravamo arrivati da vice campioni del Mondo. Come riporta l'edizione odierna de "La Gazzetta dello Sport", in campo quel giorno c’era anche Costacurta che adesso, guardando l’allenamento – nonostante voghi di nuovo con altri ruoli nella palude della ricostruzione azzurra – sembra più sereno rispetto a quel giugno malinconico. Merito anche dei ragazzi che Gigi Di Biagio sta allevando, tra cui spicca appunto il centrocampista della Roma. "Sento nell’aria che tutti vogliamo lasciare il segno – dice Pellegrini –. Non avverrà dalla mattina alla sera, ma bisogna ricominciare insieme. Abbiamo una squadra forte, occorre crescere insieme. Ci siamo stancati di vedere sempre gli altri vincere". Costacurta però ha detto che questo gruppo pare avere un blocco mentale e che le cose non sarebbero cambiate neppure con Mourinho o Guardiola in panchina. "Il blocco? Può succedere, visto che da anni facciamo fatica. Io però credo nel lavoro e non nei blocchi, anche se occorre risalire in fretta. Se Costacurta ha parlato di Guardiola e Mourinho, non credo che sia un attacco alla rosa, ma in ogni caso noi lo prendiamo come uno stimolo". Stimolo che non manca neppure a Di Biagio. "È molto carico e vuole dimostrare il suo valore. Dopo l’Argentina ci ha detto che è stato contento dell’atteggiamento. Io lo conosco: non gli sarebbe andato giù neppure lo 0-0, è molto ambizioso, voleva vincere e portare entusiasmo. Lui è molto diretto. Incarna quella italianità che ha voglia e bisogno di crescere non solo a livello calcistico. Il nostro obiettivo non è vincere le amichevoli, ma formare un gruppo per far tornare l’Italia dove merita di essere. Magari nel 2020, all’Europeo, saremo la squadra da battere".

(M. Cecchini)