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Dovrebbe esserci, anche perché vuole esserci. È una questione di orgogliopersonale, di motivazioni, di errori da dimenticare e cancellare. Nella sua mente innanzitutto, dove sono rimasti per il cuore e per la sua passione da tifoso. Ed in quella di una parte della gente, che da quei passaggi a vuoto di una settimana fa, al Franchi di Firenze, ha cominciato il tiro al bersaglio. Daniele De Rossi, strada facendo ha imparato a convivere con certe cose e anche questa volta si è messo l’elmetto, ha cercato di non sentire, di non vedere, di non leggere, rifugiandosi negli amori più cari ed in chi non gli ha fatto mai mancare l’affetto. E stasera, se Rudi Garcia lo sceglierà, andrà a caccia di una prestazione doc, scintillante, di quelle da tenere nella bacheca personale, magari anche da collezionare. Proprio per cancellare quegli errori lì e prendersi una dolce rivincita.
DOPPIA OPZIONE - Ieri Daniele si è allenato, i postumi della distorsione alla caviglia sembrano oramai smaltiti del tutto. Garcia davanti a sé ha due opzioni: rilanciarlo subito, facendo anche leva sul suo orgoglio, o tenerlo in naftalina, magari utilizzarlo a partita in corsa, per poi restituirgli una maglia da titolare domenica sera, a Cesena, in un ambiente anche più ovattato. Anche se poi, in realtà, l’Olimpico la sua opinione l’ha già espressa lunedì sera, al via di Roma-Sampdoria, con quello striscione in Curva Sud eloquente come pochi altri: «Il nostro amore oltre le malignità, DDR condottiero della città». Un segnale di amore — appunto — che Daniele ha gradito, in un mare in tempesta come solo Roma a volte sa essere.
QUANTE MOTIVAZIONI - Del resto, Daniele ha mille motivi per giocare la sfida di questa sera e giocarla alla grande. Non solo il suo orgoglio, non solo la passione da tifoso, non solo la voglia di far ricredere qualcuno. Ma anche la responsabilità di sentirsi davvero condottiero e — come tale — di fare qualcosa in più per tirare fuori la Roma da queste sabbie mobili. E il fatto che dall’altra parte c’è sempre un certo Vincenzo Montella, amico vero, uno che Daniele lo avrebbe voluto anche a Firenze, arrivando pure a corteggiarlo pubblicamente nei momenti dei silenzi con Zdenek Zeman. Che, poi, l’equilibrio che sa dare De Rossi quando è in forma lo sanno dare pochi altri. Nonostante le malignità, il fatto che non corra più, che sia imbolsito e che abbia ceduto a vizi extracalcistici. Tutte chiacchiere, che vanno oltre il campo. Lì, invece, De Rossi vuole dimostrare che guadagnerà anche 6 milioni e mezzo, ma che il cuore lui ce lo mette sempre. A prescindere.
A SECCO - E poi chissà, sognando la ciliegina sulla torta sarebbe magari anche un gol, di quelli alla De Rossi, un misto di rabbia, potenza, frustrazione agonistica. A Daniele è da un po’ che non succede, quest’anno è arrivato solo a fine ottobre, contro il Cesena. La posizione in campo non lo aiuta, giocando basso, quasi a ridosso della difesa. Così come non lo aiuta la cabala, visto che alla Fiorentina ha segnato 3 volte in 25 gare, l’ultima delle quali il 20 settembre 2009, oltre 5 anni fa, in una vittoria per 3-1 della Roma da rimonta, quella di Ranieri. Stasera per lui sarà la 70a gara europea. E chissà che non sia anche quella giusta per togliersi anche questo dentino in più...
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