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rassegna stampa

Non parliamo più di arbitri sino al termine della stagione

Redazione

Abbiamo una generazione di direttori di gara quasi peggiore di quello che ha fallito l'accesso ai Mondiali per due volte di fila

Viene voglia di chiedere a tutti i tesserati una moratoria sino al termine della stagione: basta parlare di arbitri. Non se ne può più. Ormai nei post-partita non si chiacchiera quasi più di calcio, subito i discorsi si spostano sui rigori, dati e non dati, e sulle dinamiche da Var, scrive Gianfranco Teotino sulla Gazzetta dello sport. Non per perversione della critica, ma su sollecitazione dei protagonisti. E il bello è che i protestanti hanno quasi sempre ragione. Nessuno quest’anno ha mancato il classico quarto d’ora di lagnanza televisiva, quello che comincia con: "Sapete che non parlo mai degli arbitri, ma stavolta…". C’è chi ne sta facendo una strategia calcistica: mettere pressione nella speranza che... In realtà, la classifica dei torti arbitrali è finanche più equilibrata di quella per il titolo.

La Roma e i romanisti da mesi propongono la loro litania, con Mourinho fisso sul pulpito, e ormai si fatica a capire quando hanno indiscutibilmente ragione (la gara di andata con la Juventus) e quando meno (l’altra sera, il pareggio di Napoli).

O sono tutti impazziti, oppure è vero che mai prima si è assistito a una simile messe di strafalcioni. Sul campo e davanti al video. Purtroppo oggi abbiamo una generazione di arbitri persino peggiore rispetto alla generazione di calciatori che per due volte consecutive ha fallito l’accesso al Mondiale.