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Le leggi di Mourinho: sulle regole non si scherza, ma c’è un premio per chi lavora

Le leggi di Mourinho: sulle regole non si scherza, ma c’è un premio per chi lavora - immagine 1

Il tecnico portoghese osserva gli atteggiamenti dei suoi giocatori, e se si accede non perdona

Redazione

Non è una questione di semplici errori, perché quelli José Mourinho li perdona e li corregge. Al massimo, durante le riunioni a Trigoria, si arrabbia un po’ più del solito. È invece una questione di atteggiamenti. Su quelli il tecnico portoghese non transige. In campo, vedi la partita contro il Bodo/Glimt, e nello spogliatoio, scrive oggi Chiara Zucchelli sulla Gazzetta dello sport.

Se è convinto che qualcuno sia sceso in campo, a maggior ragione davanti a 400 tifosi giunti fino al Circolo Polare Artico, con poca cattiveria, lui non ci passa sopra. Se qualcuno, poco prima del riscaldamento, passa il tempo su Instagram invece di ascoltare le indicazioni del preparatore, lui lo nota, e provvede. Quelli che sono passati alla storia come gli “epurati di Bodo” e cioè Villar, Mayoral, Diawara e Kumbulla sono stati il caso più eclatante.

Oltre agli atteggiamenti in campo Mourinho vuole poche, ma significative, regole fuori. Quando qualcuno esagera, però, si regola di conseguenza. E quindi manda Felix in Primavera perché è tornato all’alba dalla discoteca e non fa giocare Zaniolo dall’inizio a La Spezia sia perché anche lui aveva fatto serata, da infortunato, e sia perché alcuni atteggiamenti prima della partita con il Verona non lo avevano fatto impazzire. Considerando, poi, l’impatto che ha avuto Nicolò sulla partita, domenica scorsa è evidente che Mou abbia saputo toccare i tasti giusti.

Ma c'è anche il premio per chi poi lavora duro in allenamento. E' il caso di Kumbulla, per esempio. "Due o tre mesi fa non aveva a mia fiducia - ha detto poche settimane fa Mourinho - adesso se l'è conquistata sul campo con il lavoro". Parole che non solo il difensore ha apprezzato ma sono state viste bene da tutto lo spogliatoio perché come ha detto lo stesso Marash "Il mister è uno sincero, onesto che ti dice le cose in faccia".